"Il fattore psicologico e' importantissimo, perche' puo' determinare la durata e gli effetti della crisi. Per questo bisogna alimentare l'ottimismo e agli italiani dico di non smettere di consumare". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa per presentare il nuovo ministero del Turismo. Un invito che non farebbe una grinza se non fosse che tutto, a maggior ragione in economia, va inserito in un contesto: c'e' un rapporto causa/effetto nei comportamenti umani e, soprattutto in quelli dei cittadini-consumatori, cioe' qualcosa accade perche' ce ne sono le condizioni e non solo la volonta'. E' quello che distingue l'economia -scienza materiale- da altri fenomeni basati su volonta' e spiritualita'. Nella fattispecie, per consumare occorre che ci siano i soldi per acquistare e scopriamo l'acqua calda nel ricordare che questi sono sempre meno nelle tasche dei consumatori. Una situazione in cui chi ci governa dovrebbe:
- creare il piu' possibile occasioni perche' cio' che prima si acquistava a 100 oggi dovrebbe essere possibile acquistarlo a 90-80... ma sappiamo che non e' cosi', a meno che non si vogliano ascrivere in questa logica, per esempio, gli incentivi per la rottamazione e l'acquisto di una nuova automobile (bocciata dal mercato specifico che non cresce, perche' comunque presuppone un esborso ulteriore di denaro che, invece, non c'e');
- diminuire la spesa pubblica si' da indirizzare questo risparmio a incentivi fiscali per cio' che i consumatori gia' acquistano e non per stimolarli ad acquistare cose in piu', magari da esigenze indotte dall'offerta e non dai bisogni.
L'istituzione del ministero del Turismo risponde proprio ad una logica contraria alla diminuzione della spesa pubblica. Si istituisce un dicastero di cui non si sentiva la necessita', dopo che oltre l'80% degli elettori lo aveva cancellato con un referendum sedici anni fa. Sedici anni in cui ogni regione si e' organizzata per proprio conto, promuovendo con leggi e non solo la propria offerta territoriale e di servizi.
La crisi del turismo esiste al di la' della nostra volonta', ma se in Italia si sente di piu' che altrove, non e' certo perche' manchi la promozione da parte di un ministero nazionale, ma perche' le carenze strutturali e normative cominciano a diventare piu' pesanti e non hanno provocato un disastro proprio grazie ad alcune isole felici che, in virtu', delle competenze regionali, sono riuscite a tenere salda questa economia, per la propria regione e per l'Italia.
Infine che il ministero del Turismo sia un'istituzione inadeguata lo dimostrano le prime norme approvate dalla ex sottosegretaria Michela Vittoria Brambilla che oggi e' diventata ministro. Un solo esempio, la beffa della finta sistemazione delle stelle degli alberghi: ognuno continua a fare come crede, per cui un quattro stelle di Reggio Calabria e' peggiore di un due stelle di Bolzano (1). Non solo, ma i problemi della rinascita del turismo non crediamo siano legati all'esistenza dello specifico ministero, perche' questo non si occupa di cio' che principalmente allontana i turisti dallo Stivale:
- infrastrutture inesistenti e fatiscenti;
- servizi costosi, inefficienti e inadeguati;
- e -ciliegina finale dei giorni scorsi- le nuove norme sulla sicurezza e la lotta alla clandestinità che, di fatto, fanno si' che molti turisti che visitano il nostro Paese per piu' di una settimana senza registrarsi in questura sono passibili di multa ed espulsioni, al pari di un immigrato clandestino.
Oltre alla conferma di politiche basate sullo spreco delle risorse, quanto ci dice il Presidente Berlusconi invitandoci a consumare di piu', sa' proprio di beffa.
(1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=258480
(2) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=260217
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=266&id=261721
Il fotogramma era eloquente ma parziale: il braccio teso, la mano dritta a punta, il corpo fermo, gli occhi fissi nel vuoto. Intenso e partecipato. Il video, che potete guardare su repubblica.it, raccoglie in un modo ancor più emozionante la scena immortalata dal reporter della Gazzetta di Lecco alla festa dell'Arma dei Carabinieri. Tra fasce tricolori e divise sull'attenti, Michela Vittoria Brambilla, neoministro per il Turismo, tende dinamicamente a sopravanzare il corteo istituzionale irregimentato ma piuttosto moscio e allunga il braccio fino a farlo puntare quasi al cielo. "Fa ridere soffermarsi sull'angolazione del mio gomito", commentò alla vista delle foto. Al video, che pure ha potuto visionare, ha deciso invece di rispondere col silenzio.
C'è da dire che l'angolazione ricavata dal film esprime compiutezza e aderenza ai criteri guida del saluto romano: braccio destro teso avanti-alto con la mano tesa aperta leggermente inclinata in alto rispetto all'intero braccio. Ridefinita così la posizione, e rivisto ancora il filmato, tutto sembra al suo posto, perfettamente in linea con la storia e - evidentemente - il primo amore. Il braccio disteso, gesto pieno e consapevole. Insomma, sembra fascistissimo.
E, se sono esatte le ricostruzioni familiari, parecchio fascista pare anche il gesto del papà che dallo stesso palco, ma dal lato opposto della figliola, ha reclamato a sé lo stesso saluto, e l'ha mostrato con medesima forza e uguale emozione. Tutti e due un attimo prima con la mano sul cuore, anche qui tutto perfetto, e un attimo dopo, appena alla fine dell'inno di Mameli, come sapete. Sembra che Brambilla faccia buon uso, diciamo così, del saluto fascista. Una deputata del Pd, Lucia Codurelli, giura che il ministro lo scorso 29 maggio avrebbe concesso il bis durante un raduno a Varenna, in provincia di Lecco, di persone in camicia nera. Non è vero. La Brambilla in quell'occasione vestiva uno splendido tailleur turchese. Qualche camicia, forse forse, solo sullo sfondo. Ma non c'è prova documentale. E la foto immortala la mano del ministro sul petto. Lì si ferma.
Finora, purtroppo o per fortuna, Michela Vittoria Brambilla si era conquistata la fama di essere una vulcanica donna del fare. I circoli della libertà, migliaia e migliaia, figli della sua intraprendenza. E anche la tv delle libertà, le telecamere, un partito nel grande partito di Berlusconi. Due anni di fuoco, molte presenze a Porta a porta, tutte con i tacchi e parecchie con le autoreggenti. Ancora un fotografo, ancora uno scatto, e le sue calze e anche i suoi slip sono divenuti oggetto della narrazione.
Poi i circoli si sono sciolti, la tv è stata chiusa e la Brambilla si è messa in pantaloni. Quando sembrava che le gambe stessero a posto e anche i piedi piuttosto comodi nei sandali con le zeppe, ecco le mani, anzi la mano destra aperta e tesa, trasgredire. Un perfetto saluto romano, tecnicamente ineccepibile, e un segno, se vogliamo, anche al decoro che Trilussa sempre ci fa ricordare: Quanno dai la mano a uno te po' capità de strigne dè no zozzone o de'n ladro. Perciò salutamose tutti alla romana: se vorremo ancora bene, tenendosi a distanza! (Repubblica)
martedì 23 giugno 2009
Turismo, Brambilla e il suo caro saluto... romano
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