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mercoledì 3 giugno 2009

Terme di Sciacca: lo scandalo del Silenzio

La crisi delle Terme di Sciacca è sotto gli occhi di tutti. Molte cittadine sparse in tutt’Italia che possiedono risorse naturali inferiori alle nostre riescono a vivere e pubblicizzare bene le loro potenzialità termali mentre non è affatto raro, nelle grandi metropoli come Milano e Roma, imbattersi in centri benessere sorti dal nulla mettendo su beauty farm pure in assenza di specifiche risorse di cui invece la nostra città è ricca.
La villa delle terme spesso sporca e semiabbandonata, le piscine prive quasi sempre di acqua calda, l’albergo vittima dell’incedere del tempo, le piscine dei Molinelli aperte soltanto in alta stagione estiva, le vecchie terme collocate nella valle dei Bagni completamente abbandonate, sorgenti di acqua termale che sgorgano dal sottosuolo e giungono meste in mare in quanto inutilizzate e non incanalate, gli alberghi di San Calogero ultimati e inaugurati ma mai funzionanti e aperti, le stufe sottoutilizzate, gli ex dipendenti sparpagliati in tutta la provincia di Agrigento, un CdA ben pagato che non ha raggiunto alcun risultato a parte l’ingresso di diversi suoi esponenti tra le fila dell’attuale primo partito d’Italia, pensavamo insomma di averne già viste tante, troppe, pensavamo di aver toccato da tempo il fondo su questo problema ed invece evidentemente ci si sbagliava, evidentemente non c’è limite né al peggio né alla cattiva gestione di risorse che non hanno pari in Sicilia ed in Italia. L’ultima clamorosa notizia, quella che ci ha fatto sobbalzare tutti dalle nostre poltrone, sta nel fatto che il comune di Sciacca non avrà più un proprio rappresentante all’interno del Consiglio di Amministrazione delle Terme S.p.A. Un brivido ha percorso la schiena di tutti i saccensi indignati: come faremo adesso? Dato che le nostre Terme andavamo così bene, senza il nostro rappresentante giungeranno al fallimento? Dobbiamo sin d’ora prepararci al peggio?
Il nuovo organigramma deciso dagli azionisti prevede la diminuzione dei componenti dalle cinque alle tre unità anche per risparmiare un bel po’ di denaro. Il Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, lo stesso che, in campagna elettorale, aveva sottoscritto il documento “Ridateci le Terme”, ha pubblicamente dichiarato che “è vero che Sciacca perderà il proprio rappresentante comunale ma i tre componenti saranno tutti saccensi”.
E dire che ci eravamo preoccupati. Adesso credo che tutti dormiremo sonni più tranquilli. Le nostre Terme non falliranno: il rappresentante comunale prima ed i futuri 3 condottieri poi vigileranno affinchè tutto proceda per il meglio.
Il sindaco Mario Turturici ha gridato allo scandalo, ha battuto subito i pugni contro una scelta nefasta. Allo stesso tempo riteniamo che argomenti nettamente più importanti riguardino la funzionalità dello stabilimento, l’efficienza di tutti gli impianti, il nuovo personale da assumere, la gestione degli alberghi: su tali cose le proteste politiche sono state inesistenti, evidentemente perché ritenute di secondaria importanza rispetto alla mera spartizione politica e poltronistica.
Le Terme di Sciacca non dovrebbero più essere definite tali poiché le loro sorti non si giocano a Sciacca ma su tavoli e segreterie molto più importanti dove i dipendenti sono solo pedine da muovere dal sindacalista o dal politico di turno. Le Terme di Sciacca non sono di Sciacca, non appartengono più alla città, non appartengono più ai saccensi, sono di proprietà regionale, sono attualmente come un corpo amorfo e putrefatto in attesa di essere seppellito, un corpo dal quale nessuno ha la reale voglia di estirpare la cancrena dell’inefficienza. Questo è il vero scandalo, questo dovrebbe indignare tutti, per questo si dovrebbe protestare presso le sedi competenti. Eppure non lo si fa. Il silenzio di questi anni: ecco un altro scandalo.
Chi si era mai accorto che Sciacca aveva un proprio rappresentante comunale, profumatamente pagato, all’interno del CdA delle terme? Chi ne ha mai potuto cogliere i risultati? Quanto peso reale aveva in seno al CdA? Cosa cambierà per noi e per le nostre terme il fatto che adesso non avremo più questo rappresentante? Nulla. Nulla è stato fatto negli anni precedenti, nulla verrà fatto in seguito.
Negli ultimi mesi era stato nominato anche un nuovo commissario Antonio Belcore la nomina del quale si è tinta di giallo, dopo l’entusiasmo iniziale, poiché, a quanto pare, ancora si attende il decreto di nomina e la notifica ufficiale. Insomma altra carne al fuoco. Staremo a vedere.
Quello che possiamo sin d’ora constatare è che poco fruttuosi sono stati gli appelli e le raccolte firme organizzate a favore delle terme: hanno sensibilizzato la gente sull’argomento ma concretamente non ci hanno ridato indietro il nostro patrimonio termale né si è voluto insistere più di tanto sull’azzeramento del CdA.
Se da Palazzo di Città si fosse intervenuto per tempo forse la situazione oggi non sarebbe tanto critica, sarebbe bastato avere il coraggio di intraprendere una seria lotta e campagna concreta di protesta contro la regione siciliana seppure gestita dalla stessa parte politica poiché suonano imbarazzanti adesso questi sentimenti di indignazione, su argomenti non fondamentali per il futuro delle nostre terme, una volta che il presidente Lombardo pare stia effettuando un rimpasto di governo mutando di fatto la coalizione al potere.
Le terme di Sciacca non esistono più perché manca il nostro rappresentante comunale, non esistono più perché da tempo non c’è nulla che funzioni all’interno di esse mentre la politica locale non dovrebbe affannarsi nel ripristino della gestione del potere ma dovrebbe pensare a ripristinare la funzionalità degli impianti sia per i posti di lavoro che potrebbero fruttare sia per le aspirazioni turistiche che nutriamo.
Le Terme di Sciacca traggono origine da un azionariato popolare: quello stesso popolo, oggi e non solo oggi, è stato tradito.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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