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sabato 27 giugno 2009

Iran: Non lasciamoli soli. La morte di Neda

«Cnn»: almeno 19 vittime. Ma per la tv di Stato sono solo dieci. Merkel: «Smettere violenze, riconteggio dei voti»
TEHERAN(IRAN) - Non si ferma la violenza in Iran dopo i probabili brogli che hanno sancito il trionfo del presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad nelle recente elezioni presidenziali a dispetto di quello che avrebbe dovuto essere il vincitore, il riformista Mir Hossein Mousavi. Da sabato è scontro aperto tra i suoi sostenitori e il regime, dato che la Guida suprema, l'ayatollah Khamenei, si è schierato venerdì ufficialmente con il vincitore, Ahmadinejad.
«BASTA INTERFERENZE» - Domenica lo stesso presidente rieletto ha parlato, intimando a Stati Uniti e Gran Bretagna di smettere di interferire nelle vicende interne dell'Iran. «Considerando le vostre sconsiderate affermazioni, non potete più essere considerati degli amici della nazione iraniana. Pertanto vi consiglio: correggete il vostro atteggiamento fatto di ingerenze» ha detto Ahmadinejad a un consesso di chierici e insegnanti. Il riferimento è alle critiche che numerosi Paesi occidentali hanno rivolto alle autorità iraniane per lo svolgimento delle elezioni e il rifiuto di accogliere la richiesta dell'opposizione di ricontare i voti. Anche il presidente del parlamento, Ali Larijani, ha chiesto in un discorso all'assemblea di rivedere i rapporti con Gran Bretagna, Francia e Germania, alla luce di quelle che ha definito «vergognose» dichiarazioni sulla contestata elezione presidenziale. La radio di Stato ha riferito che Larijani «ha chiesto alla commissione del Parlamento per la politica estera e della sicurezza di mettere in agenda la revisione dei rapporti con i tre Paesi europei». Gli Stati Uniti hanno troncato i rapporti con Teheran dopo la rivoluzione islamica del '79.

MERKEL: «RICONTEGGIO DEI VOTI» - Intanto continua il pressing della comunità internazionale sul regime di Teheran. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sollecitato le autorità ad astenersi dall'uso della forza e della violenza contro le manifestazioni popolari e ha chiesto un riconteggio dei voti. Da Londra, il ministro degli Esteri David Miliband ha respinto l'accusa secondo cui le proteste contro i brogli sarebbero pilotate da Londra. «Non è vero che le manifestazioni sono manipolate dall'esterno - ha detto -. Respingo categoricamente questa idea. Il Regno unito è fermissimo nel sostenere che spetta al popolo iraniano scegliere il suo governo».

MANIFESTANTI IN PIAZZA - A Teheran, per l'ottavo giorno consecutivo, i manifestanti sono tornati in piazza per contestare il risultato elettorale. Video amatoriali mostrano un corteo in una delle vie principali del centro della capitale, con i partecipanti che gridano slogan come «Non abbiate paura, siamo uniti» e «Morte al dittatore» (guarda). Secondo testimoni citati dalla Cnn migliaia di agenti antisommossa sono stati dispiegati nelle strade della città e molti negozi sono rimasti chiusi. Domenica la situazione è comunque più tranquilla rispetto a sabato, quando secondo fonti ospedaliere 19 persone sono rimaste uccise negli scontri tra dimostranti e polizia. Su alcuni social network si parla di 150 morti e centinaia di feriti.

«CALMA INSOLITA» - Secondo Lara Setrakian, corrispondente della rete Abc per il Medio Oriente, a Teheran c'è invece una calma insolita. La giornalista preannuncia nuove manifestazioni e un discorso di Mousavi o di sua moglie Zahra Rahnavard. Secondo alcuni blogger il governo starebbe perdendo il controllo dell'esercito e sabato diversi soldati si sarebbero rifiutati di sparare sulla folla. Lo scontro in Iran avviene non solo nelle piazze, ma anche per il controllo dell'informazione. Dopo che il regime ha ufficialmente bloccato il lavoro dei cronisti stranieri le notizie arrivano con difficoltà. Ultimo in ordine di tempo il corrispondente della Bbc Jon Leyne, espulso dal Paese perché accusato di «sostegno ai rivoltosi» dopo che aveva dubitato dell'attentato al santuario di Khomeini. Il giornalista dovrà lasciare l'Iran entro 24 ore. L'opposizione si affida al web, blog, siti e social network. Il regime replica con la propaganda di Stato affidandosi a tv, giornali e radio. Smentendo però diverse volte se stesso.

L'INCENDIO ALLA MOSCHEA - Da Teheran la tv di Stato manda prima la notizia che un numero imprecisato di persone sono morte sabato a Teheran per l'incendio di una moschea appiccato da «rivoltosi» nel corso della manifestazione dell'opposizione. L'emittente ha anche mostrato immagini dell'edificio in fiamme. Poco dopo però arriva la smentita: nessun morto nell'incendio della moschea. Secondo sempre la tv di Stato inizialmente erano solo 13 le persone uccise negli scontri tra la polizia e quelli che vengono definiti «gruppi terroristici». Cifra poi ridotta a 10 morti e un centinaio di feriti.

Faezeh Hashemi (Ap)
ARRESTATA FIGLIA DI RAFSANJANI - Ci sono anche nuovi arresti eccellenti: durante le manifestazioni di sabato sono stati portati in carcere la figlia dell'ex presidente Akbar Hashemi-Rafsanjani e quattro suoi parenti, accusati di coinvolgimento nelle proteste contro Ahmadinejad, come riporta l'agenzia Fars. Faezeh Hashemi, nota attivista per i diritti delle donne, è emersa negli ultimi anni come figura di spicco dell'opposizione. Prima del voto, il presidente aveva accusato Rafsanjani e i suoi figli di corruzione e l'ex presidente è uno dei principali sponsor di Mousavi. Tra gli arrestati anche la figlia di Faezeh. Tutti sono accusati di avere partecipato a un raduno illegale nel centro di Teheran, durante il quale sono scoppiati gravi incidenti, e di avere «provocato e incoraggiato i rivoltosi». Una fonte delle forze di sicurezza ha detto invece che la donna e gli altri membri della famiglia sono stati portati in una stazione di polizia «per la loro stessa sicurezza». Tra le voci dissenzienti ancora in libertà, quella dell'ex presidente iraniano Mohammad Khatami, che ha ammonito sulle «pericolose conseguenze» che potrebbero derivare dal divieto di manifestare imposto dalle autorità.


Teheran, 22 Giugno 2009 (h. 10.08) -- "Ieri avevo scritto un breve appunto perchè avevo un'idea fissa: 'domani sarà un grande giorno [alla manifestazione] , ma io potrei essere uccisa...' Invece ora io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella. Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre. Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella... Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella...Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli... Quanto [Neda] volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diriiti.... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, 'Io sono iraniana'..."

"Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, [sognava] di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla. Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un'ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita... Mia sorella è morta perchè provava amore per tutte le persone..."

"Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli..."


(Immagini Forti - Attenzione)

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