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mercoledì 29 aprile 2009

In Sicilia la crisi non esiste. L'ARS non frena le spese, anzi...

Bilancio del Parlamento siciliano: voto unanime in pochi minuti come sempre. Altro che risparmi, crescono i costi.

Se avessero potuto, avrebbero fatto tutto a porte chiuse, ma non possono e sono stati costretti ad esaminare il bilancio nel corso di una seduta a Sala D’Ercole. Naturalmente hanno ridotto i danni al minimo indispensabile: lunedì, senza preavviso (per la stampa) e pochi minuti, giusto quanto serve per l’escussione delle varie voci. La consuetudini di riservatezza sono state rispettate. E con esse l’assoluzione plenaria che i deputati si concedono ogni anno, approvando ciò che ritengono si debba spendere per tenere in piedi l’attività parlamentare in Sicilia.

Nonostante la cura con cui il blitz di bilancio viene ogni anno preparato non si può fare a meno di diffondere notizie sulle cifre che si spendono e sulla stessa entità dei cosiddetti costi della politica. Sicché, dopo avere letto per mesi, ciò che il presidente dell’Assemblea sostiene, che sono stati eliminati gli sprechi e sono diminuite le spese, si scopre che è esattamente il contrario: le spese sono aumentate e considerevolmente, e che la storiella delle maggiori spese per la manutenzione di Palazzo dei Normanni è una favoletta.

La valanga di euro che si spende ogni anno per stipendi e vitalizi a favore dei parlamentari e del personale (funzionari) seppellisce ogni altra voce.

Ma ciò che impressiona è la faccia tosta: nonostante l’incremento dei vitalizi per gli ex deputati, si mantengono in vita regalie che hanno fatto gridare allo scandalo da alcuni anni a questa parte, come l’aggiornamento politico e culturale degli ex deputati, che costa ai contribuenti 1,8 milioni di euro. Una cifra che non manda in bolletta certo il Palazzo ma che sul piano dell’etica politica con il lustro di luna che c’è in giro e i richiami al risparmio, grida vendetta.

Se non si può rinunciare all’arrotondamento del lauto vitalizio, figuriamoci per il resto. Altro alibi da cestinare velocemente: i guai arriverebbero dallo scioglimento anticipato dell’Assemblea che avrebbe spiazzato il ragioniere del Palazzo. Ma le regole che regalano quattrini a chi deve lasciare lo scanno di deputato in anticipo chi le fa?

Cambiate le regole invece che battervi il petto, contriti, facendo finta di essere dispiaciuti. C’è un’altra voce, inedita, su cui vale la pena di riflettere per giudicare la volontà di mettere a posto i conti, più volte sbandierata dal presidente dell’Assemblea, Francesco Cascio, imprudentemente: è l’indennità di risultato ai funzionari, per la quale sono stati stanziati due milioni di euro. Anche qui, come per i vitalizi degli ex deputati, c’è da inorridire per la sfacciataggine: gli stipendi da capogiro (con un aumento di 34 milioni di euro per l’anno in corso) – in alcuni casi dieci volte più alti di un funzionario statale – non sembrano appagare i destinatari.

E così arrivano gli incentivi per i risultati. Quali risultati? E chi li esamina i risultati? I deputati del consiglio di Presidenza, il Presidente? O gli stessi destinatari delle indennità? Non lo sappiamo, così come non sappiamo tante altre cose, perché il bilancio – così come viene formulato - non rivela un bel nulla e ciò su cui stiamo discettando è soltanto la “schiuma”.

Avremmo voluto dirvi quanti soldi arrivano agli ex deputati, quanti ai deputati in carica; avremmo anche avuto la necessità di darvi notizia sui costi degli stipendi al personale (funzionari) . Niente di tutto questo.

Le voci del bilancio interno sono generiche e non permettono di dedurre correttamente l’entità degli emolumenti concessi. E questo fa capire poco o niente. Possiamo sapere che i costi per la bouvette sono aumentati in modo notevole, che sono previste risorse per i corsi di lingua ed informatica per i deputati (sarebbe utile conoscere i nomi di coloro che lo frequentano) ; che la voglia di risparmia dell’Assemblea è stata frustrata dai bisogni, perché bene che andasse le cifre sono rimaste invariate per alcune voci, mentre è cresciuta la spesa complessiva di Palazzo dei Normanni per 3,7 milioni di euro.

Tutto questo, è bene ricordarlo, è stato approvato all’unanimità dai deputati presenti. Ma, virtualmente, anche dagli assenti, perché volendo qualunque deputato avrebbe potuto, e dovuto, partecipare alla seduta, chiedere conto e ragione delle voci di bilancio ed esprimere alla fine il proprio voto.


Approvato il bilancio interno dell'Assemblea regionale. Rispetto al 2008 l'Ars costerà 3 milioni e 700 mila euro in più.

Gestire la cosa pubblica si sa, è un onere gravoso, che impegna mentalmente e fisicamente ogni esponente politico che si trova eletto nelle stanze dei bottoni, da quella più piccola come può essere quella di un Comune di pochi abitanti, a quella più grande, rappresentata in questo caso dalle massime cariche dello Stato. Resta da capire chi paga concretamente questi oneri e quanto pesano questi contributi. Nel caso dell'Assemblea regionale siciliana pesano tanto sulle spalle dei contribuenti e questo peso è destinato ad aumentare così come si può dedurre dai 3 milioni e 700 mila euro di aumento del bilancio interno all'Ars, approvato ieri con un voto all'unanimità. In parole povere l'Assemblea costerà 166 milioni e 200 mila euro e la quasi totalità dei finanziamenti per coprire queste spese arriverà dalla Regione.

Ma andiamo nel dettaglio a vedere cosa coprono queste spese e soprattutto quanto è stato l'incremento, o il decremento, rispetto allo scorso anno. Naturalmente abbiamo l'indennità, la diaria e i rimborsi ai deputati che rimangono invariati rispetto al 2008: per coprire queste spese basteranno solamente 21,9 milioni di euro. Invariata anche la cifra destinata alle spese di rappresentanza: 840 mila euro erano l'anno scorso e tali rimarranno anche quest'anno. Aumentano, però, le spese per le retribuzioni ai funzionari che nel 2009 toccheranno quota 33,8 milioni; 1,3 in più rispetto ai dodici mesi appena trascorsi. L'aumento più importante riguarda la spesa per il personale in quiescenza che cresce di 4 milioni rispetto al 2008 attestandosi sui 41,7 milioni di euro.

Tra gli aumenti più curiosi ecco 1 milione e 800 mila euro in più per l'aggiornamento politico culturale dei deputati non rieletti e 60 mila euro in più da destinare a caffetteria e servizi di ristoro. La spesa sale così da 490 a 550 mila euro. Decremento invece per le spese relative a servizi e attrezzature informatiche (256 mila euro in meno); infermeria e visite fiscali (20 mila euro in meno) e acquisto di giornali e riviste (125 mila euro in meno). Le nuove voci di spesa riguardano invece l'indennità di risultato ai funzionari per cui saranno previsti 2 milioni di euro e l'assicurazione contro gli infortuni del personale a cui saranno destinati 350 mila euro.

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