Il prossimo 25 ottobre il Partito Democratico deciderà attraverso il meccanismo delle primarie chi sarà il suo futuro segretario tra Franceschini, Bersani e Marino, saranno chiamati ad esprimere la loro preferenza, non solo gli iscritti al partito, ma tutti coloro che vorranno schierarsi a favore di questa o di quella mozione. Lo scorso 27 settembre invece a Sciacca così come in tutti i circoli del PD si sono presentate tutte le mozioni sia nazionali che regionali ed hanno votato soltanto gli iscritti al partito. Il risultato è stato schiacciante, forse oltre ogni più scontata previsione: Bersani ha ottenuto voti e consensi ovunque e per molti tra un mese non ci saranno né sorprese né ribaltoni, si avvierà ad assumere la guida dell’attuale partito di opposizione.
Forse l’argomento di riflessione è però un altro. Ancora una volta il partito, sia a livello nazionale che a livello locale sembra dividersi in troppe anime, in diversi modi di pensare la cosa pubblica, avere una pluralità di opinioni può essere un vantaggio all’interno di un partito che si suole definire democratico ma può trasformarsi in uno svantaggio allor quando i molteplici intenti non si riconducono sotto un unico auspicio, e nei mesi scorsi, come si ricorderà, sono stati tanti i momenti di attrito tra i vari leaders: c’è chi si è ancorato alla somma dei suoi voti per ottenere di più, c’è chi ha minacciato di uscire dal partito, c’è chi ha fatto ricorsi, c’è chi ha reso visibili i primi mal di pancia verso il sindaco Vito Bono. Insomma alle volte si ha l’impressione che il partito sia troppo democratico ma questo, come affermano tutti i suoi leaders, “è il sentore che è un partito aperto e senza padroni, un partito che organizza un congresso interno appunto perché si struttura e si organizza senza dipendere dalle decisioni di un'unica persona”.
Scegliere il segretario regionale del partito forse è ancora più difficile poiché le proposte sono tante e tutte rispettabili. A Sciacca tra Lumia, Mattarella, Lupo e Messina gli iscritti hanno preferito la mozione Mattarella ma, in campo regionale, il risultato sembra un po’ più in bilico e quantomeno le distanze tra i primi due votati (Mattarella 50% e Lumia 31%) sono inferiori rispetto alle distanze tra i primi due votati a livello nazionale (Bersani 78% e Franceschini 18%). La mozione Marino – Messina sembra la più in difficoltà, è stata quella presentata per ultimo e forse sta cominciando a subire i difetti di un organizzazione un po’ approssimativa ma alle primarie ancora manca un mese ed è lecito sperare per tutti.
A Sciacca il Partito Democratico, da più parti, chiede al sindaco Vito Bono una maggiore presenza in Giunta, insomma si sente poco rappresentato rispetto alla quantità dei voti ricevuti che hanno contribuito alla vittoria al primo turno dello stesso sindaco. Ma sicuramente non ci saranno attriti per questo motivo: “la priorità è Sciacca e realizzare il programma elettorale, il confronto sarà su questi punti e non se avere un assessore in più o in meno” questo è quello che ripete da tempo il segretario locale Giuseppe Coco che invece è sicuro quando afferma che a breve in consiglio comunale si costituirà il gruppo unico del PD tralasciando definitivamente le differenze costituite in tempo di elezioni dalle varie liste civiche. Insomma il PD “non chiede” un assessore in più ma il sindaco sa come sono andate le cose e potrebbe presto mettere in atto il cosiddetto “rimpasto”. Staremo a vedere.
A proposito di alleanze e di alleati un altro partito che sta cercando di capire cosa fare da grande è l’Mpa guidato dal Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. La situazione del partito è attualmente intricata. A livello nazionale non mancano gli attriti politici tra gli autonomisti e la maggioranza del Governo costituita dal Pdl, tanto che si potrebbe arrivare ad una rottura basata sul fatto che il Governo, a detta di Lombardo, si è scordato del sud e sta riversando tutte le sue attenzioni al nord per accontentare un bellicoso alleato come la Lega. A livello regionale Lombardo ha già provveduto al rimpasto delle deleghe assessoriali, continua ad essere una componente fondamentale del centrodestra ma anche qui non mancano i mal di pancia e sono molti quelli che affermano che l’Mpa stia facendo l’occhiolino al PD. Lombardo forse subisce troppo la componente pdellina costituita da Miccichè e Cimino. A livello provinciale l’alleanza sembra invece un po’ più solida tra Mpa e Pdl, alleanza che aveva permesso l’elezione di Eugenio D’Orsi (Mpa) mentre, come sappiamo, a Sciacca il partito autonomista ha rotto in tempi elettorali col Pdl e si è schierato a favore di Vito Bono e delle liste civiche ispirate dal PD scatenando le ire dell’allora sindaco Mario Turturici. E’ storia di questi giorni invece la bagarre scatenata da Pippo Turco, eletto sotto le fila dell’Mpa ed adesso sospeso dal partito, dopo le ripetute prese di posizione solitarie del consigliere comunale che, pur facendo parte della maggioranza, continua a votare tutto contro. Forse il fatto di non essere stato eletto Presidente del Consiglio non è una cosa che ha ancora digerito.
Turco comunque non è un uomo contro tutti, non sono pochi a Sciacca coloro che giudicano corrette dal punto di vista politico le scelte dell’ex sindaco criticando invece il metodo e la forma con le quali continua a portare avanti queste decisioni. Insomma “dalla ragione si prende il torto” per il modo con cui si pone. L’Mpa deve decidere cosa vuole fare da grande, deve scegliere definitivamente con chi stare e contro di chi stare, fermo restando il fatto che si può dialogare con tutti ed a livello locale deve scegliere cosa fare di Pippo Turco che di certo non potrà rimanere sospeso a vita. Anche l’ex sindaco deve scegliere se restare all’interno della maggioranza per fare il bastian contrario o se coerentemente non debba passare all’opposizione. Si vocifera che potrebbe uscire dall’Mpa ed approdare nel Pdl ma, come si sa, gli affari si fanno sempre in due.
Ed il mercato forse in questo momento è chiuso.
Calogero Parlapiano - tratto da "ControVoce"
mercoledì 7 ottobre 2009
Pd - Mpa: l'ora delle scelte
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