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mercoledì 16 marzo 2011

Scuole a rischio sismico?

I dati di Legambiente sono allarmanti: gli edifici scolastici siciliani sono a rischio sismico, privi di palestre, di certificati di idoneità ed agibilità. Pochissime le scuole costruite nell’ultimo ventennio. E come stanno gli istituti scolastici di Sciacca?

Le scuole siciliane versano in pessime condizioni. Detto così verrebbe da aggiungere: e dove sta la novità? La novità sta nel fatto che a dircelo in termini più chiari e dettagliati è Legambiente Sicilia che ha analizzato le condizioni degli edifici scolastici di tutta la regione. Si parla soprattutto della mancanza di costruzioni antisismiche proprio in un territorio tristemente famoso per le scosse tragiche. Le scuole tremano. Ma stavolta non si tratta di un’espressione figurata per rappresentare la situazione di precarietà nella quale si trovano a operare professori e insegnanti dell’Isola. Tremano nel vero senso della parola. Il rapporto “Ecosistema scuola 2011” di Legambiente mette in luce un dato che deve assolutamente far riflettere. Il 95% delle scuole siciliane è a rischio sismico. Quindi quasi tutti gli studenti siciliani corrono questo pericolo. Naturalmente il dato schizza verso l’alto anche a causa della conformazione geografica tipica della nostra terra, però il problema della sicurezza dei ragazzi nel loro luogo di “lavoro” non può essere tralasciato.
Cosa che invece sembra accadere, sempre secondo i dati del report di Legambiente. Tra le città meno virtuose, ovvero che investono meno in buone pratiche per il monitoraggio e la risoluzione di problemi legati a situazioni di rischio ecco Messina, penultima nella graduatoria nazionale che ha preso in esame ben 82 Comuni. In realtà ce ne sarebbero altri 11 fuori classifica perché non hanno inviato una documentazione completa. Rimane comunque il dato di una provincia che non si occupa del benessere dei suoi figli tra le mura scolastiche. O perlomeno non se ne occupa abbastanza. Gli altri capoluoghi di provincia siciliani si trovano poco più sopra, quindi sempre in fondo alla graduatoria. Catania, Trapani, Palermo, Enna e Ragusa si classificano tutte tra il sessantottesimo e il settantottesimo posto. Le più “virtuose” risultano essere Agrigento e Caltanissetta, rispettivamente al numero 46 e 51 della classifica, quindi in una posizione di metà elenco.
Analizzando i dati nel particolare si scopre che quasi la metà degli edifici scolastici sono stati costruiti tra il 1940 e il 1974, mentre quelli realizzati nell’ultimo ventennio sono solo l’11 per cento del totale. Solo il 19 per cento, inoltre, è stato costruito secondo criteri antisismici. Un dato che sorprende se confrontato con quel 95% di scuole a rischio sismico. In parole povere la Sicilia snobba uno dei suoi problemi principali. Addirittura da brividi il dato relativo agli edifici con palestre al proprio interno. Sono solo lo 0,36 per cento. La domanda, così, diventa d’obbligo: dove svolgono l’attività fisica in nostri ragazzi? In tutte le scuole è prevista, ma le palestre appaiono un miraggio.
Qualcosa comunque si può e si deve fare per risolvere questa situazione. Anche perché i dati del dossier evidenziano che sessanta scuole su cento hanno bisogno di interventi di manutenzione urgenti. Negli ultimi cinque anni, tra l’altro, solo il 17 per cento degli edifici ha ricevuto interventi di manutenzione straordinaria. Operazioni che pesano in maniera sostanziale: mediamente si tratta di poco più di 34 mila euro per interventi straordinari, a fronte di quasi 6 mila euro per azioni ordinarie. Il problema sta quindi tutto nella tempestività degli interventi. Una risposta più veloce porta anche a un risparmio da un punto di vista economico, oltre a garantire una sicurezza maggiore a tutti gli studenti, che è la cosa più importante.
Sicurezza che viene tralasciata osservando i dati relativi alle certificazioni previste per le scuole. Le uniche documentazioni presenti nella totalità degli istituti siciliani sono quelle relative alle prove di evacuazione. In fondo che ci vuole? Basta costruire una scala antincendio ed effettuare qualche prova con i ragazzi degli istituti. E’ il problema meno gravoso. Latitano invece le certificazioni relative, per fare degli esempi, all’agibilità (29% presenti), alla prevenzione degli incendi (23% presenti) e all’igiene (33% presenti). Per non parlare poi delle barriere architettoniche, abbattute solo nel 15 per cento degli edifici.
Infine uno sguardo sui rischi ambientali. Solo la metà dei comuni ha effettuato un monitoraggio sulla presenza di amianto nelle scuole, con il risultato di un 3 per cento di casi rilevati che ha visto, però, solo un 1,29 per cento di azioni di bonifica negli ultimi due anni. Il radon poi non sembra essere un problema qua in Sicilia. Praticamente nessun comune effettua monitoraggi sulla possibile presenza di questo gas cancerogeno che, se inalato, può provocare gravissimi problemi di salute.
Insomma, la situazione delle scuole siciliane non è delle migliori. E poco si continua a fare per cercare di cambiare qualcosa in tal senso. E come stanno gli istituti scolastici di Sciacca e del circondario? Spesso sentiamo parlare di lavori in corso, di classi sistemate in condizioni di precarietà o in locali angusti. Come sempre, il problema risiede nell’atavica mancanza di fondi che non permette adeguate opere di ristrutturazione o quantomeno di manutenzione. Di costruire nuove scuole invece nemmeno a parlarne. Eppure sono i luoghi dove i bambini e ragazzi passano la maggior parte della loro giornata e della prima parte della loro vita. Sarebbe opportuno rendere tutto in sicurezza ma appare una lotta contro i mulini a vento. Al mondo delle istituzioni, a tutti i livelli, il compito di trovare ogni soluzione e migliorare questo stato di cose, inaccettabile al momento.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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