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giovedì 2 settembre 2010

Fumo e cenere: gli incendi estivi in provincia di Agrigento e non solo

Numerosi gli incendi divampati in provincia di Agrigento negli ultimi mesi. I vigili del fuoco sono stati parecchio sollecitati e c’è chi, purtroppo, ha perso anche la vita come Girolamo Clemente, operaio della Forestale di Menfi

Estate contrassegnata dagli incendi, a volte accidentali, a volte dolosi, quella che si sta avviando alla conclusione. In Sicilia, in provincia di Agrigento, nei dintorni di Sciacca, tantissimi sono stati gli interventi dei vigili del fuoco. Per fortuna non sempre si è trattato di incendi di grosse proporzioni, cosa che ha permesso un lavoro più agevole e semplice per coloro che salvaguardano dalle fiamme il nostro territorio e la nostra salute.
Un vasto incendio di sterpaglie si è sviluppato, per esempio, nel pomeriggio della scorsa domenica, nella zona di via Dante Alighieri, a Sciacca.
Le fiamme hanno lambito le palazzine che si trovano nella via creando panico tra i residenti, molti dei quali hanno abbandonato le abitazioni e hanno anche tentato di sgomberare gli edifici.
I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare diverse ore prima di riuscire a spegnere il rogo alimentato dal forte vento.
Le fiamme sono state spente solo in serata. Nel corso delle operazioni il fumo denso ha mandato in tilt il traffico per aver ridotto notevolmente la visibilità. Preoccupazione e tanta paura. A prendere fuoco sarebbero state delle sterpaglie, ormai secche. La miccia il grande caldo delle ultime settimane o qualche fumatore che si è liberato troppo in fretta ed in malo modo di un mozzicone di sigaretta.
Il problema delle erbacce, delle sterpaglie, è parecchio sentito in città. Nonostante i continui sforzi del settore “villa e giardini” del comune ed i tanti soldi pubblici spesi proprio per la bonifica, i risultati sembrano sempre insufficienti. Sono diverse le zone, non sempre periferiche, avvolte dall’erba secca la quale determina non solo un rischio per possibili incendi ma fa suonare anche l’allarme per le possibili condizioni igienico sanitarie poiché ricettacolo di insetti, parassiti, zanzare e ratti. Sembrerebbe insomma una questione secondaria e di poco conto ma in realtà non lo è.
Forse sarebbe opportuno dotarsi di maggiori uomini e squadre addette alla scerbatura ma è chiaro che, tante volte, appare una lotta impari poiché le sterpaglie continuano a rigenerarsi con una frequenza incredibile, anche negli stessi punti ripuliti poco tempo addietro. A tal riguardo esiste anche un’ordinanza che impone (anzi, imporrebbe…) ai privati di ripulire dalle sterpaglie le aree adiacenti alle proprie abitazioni private. Una forma di collaborazione. Ma in pratica chi la fa?
Altri e frequenti incendi sono stati segnalati in prossimità di rocca Madore, nei dintorni di Caltabellotta e Sant’Anna, in zona insomma dove la vegetazione è di certo più ricca e florida.
Non è stato raro l’utilizzo in queste circostanze di canadair o di elicotteri Sierra della forestale. Non sempre infatti, data l’altezza delle fiamme e la consistenza del vento, è possibile risolvere il problema dal basso ma occorre il supporto dei mezzi aerei che la maggior parte delle volte utilizzano l’acqua del mare.
Ai turisti che affollano, in questa estate, i comuni del centro sud della Sicilia, da Sciacca a Caltabellotta, a Sambuca, a Contessa Entellina, a Bisacquino, a Giuliana, a Chiusa Sclafani, a Campofiorito, a Palazzo Adriano, nell’area dei monti Sicani, del Sosio e del Belice non sarà risultato complicato vedere un incendio, purtroppo vera e propria piaga, spesso delinquenziale, delle estati siciliane.
Non sarebbe male, anche in questo caso, partire dalla sensibilizzazione, dallo spiegare sin da tenera età perché è importante proteggere e tutelare il nostro ambiente, puntando sul bene comune, sulle iniziative sociali, culturali ed economiche delle istituzioni locali, volte a superare i drammatici momenti che attraversa la Sicilia sul piano della mancanza di lavoro, degli incendi che devastano annualmente meravigliose aree boschive, dell’igiene ambientale, dell’acqua, del turismo e della necessaria riscoperta, a tal fine, delle aree rurali e del patrimonio naturalistico come quello, per esempio, della Riserva del Monte Genuardo o di Torre Salsa.
La tutela del territorio è argomento di attualità per la difesa e valorizzare del patrimonio boschivo, frutticolo, orticolo dell’area sicana, per favorire migliori e nuove condizioni di vita e di abitabilità offerte ad un turismo naturalistico, enogastronomico, storico, alla ricerca di nuovi e spesso sconosciuti riferimenti.
Quello che maggiormente preoccupa però è la frequenza, quasi la periodicità, di questi incendi durante la stagione estiva. Le torrette di controllo sono utili ma tante volte non bastano per prevenire i danni.
E c’è chi ha perso anche la vita per spegnere un incendio come Girolamo Clemente, 40 anni, operaio della forestale di Menfi, colpito da infarto e caduto in un burrone nei pressi del lago Arancio proprio durante le fasi di spegnimento di un grosso focolare.
L’estate degli incendi in Sicilia porta il suo nome, il nome di chi ha perso la vita e sacrificato figli e famiglia. In questa maledetta estate di fumo e fiamme.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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