La frase è sicuramente una delle più celebri del libro '1984' di George Orwell, prima edizione 1950. Oggi quel libro è realtà. "Chi controlla il passato, controlla il futuro" era uno dei motti del 'Ministero dell'informazione' che aveva il compito di modificare gli articoli di giornale del passato che andavano contro gli interessi del regime. Una squadra di dipendenti modificava e cancellava nomi e cognomi di alleati e nemici, riscriveva daccapo interi avvenimenti a seconda della convenienza del regime. In questo modo le nuove generazioni non potevano avere uno sguardo sul passato e conoscere la propria storia, così allo stesso modo, chi quei fatti li aveva vissuti, li aveva dimenticati accecato dalla propaganda del Grande Fratello.
Ecco cosa succede anche in Italia. Certo, gli archivi esistono, e chi è in grado di aprirli o di portarseli in testa, ha un'arma difficilmente controllabile, ma ad oggi in pochi accedono agli archivi e quella parte di popolazione (più del 70%) abituata a guardare solo tv, sta subendo lo stesso processo della storia orwelliana. Gli esempi sono tantissimi, a partire dagli episodi del dopoguerra, passando per il terrorismo rosso all'eversione nera, arrivando poi alla mafia ed alla rivalutazione di figure come quella di Craxi. Il tutto senza avere stracci di base e documentazione, detto a voce, trasmesso via tv, fatto su misura per orecchie e cervello che domande non se ne pongono e dalla corta memoria.
L'ultimo in ordine di tempo è stata l'uscita dell'onorevole Maurizio Gasparri al premio Paolo Borsellino, il quale, ancora una volta dimostra tutta l'inadeguatezza nel ricoprire ruoli all'interno di uno Stato di diritto, ed in qualsiasi altra istituzione. Gasparri arriva, entra nella stanza, scortato dal suo gorilla, che nota una donna intenzionata a consegnare dei fogli al Gasparri. Il gorilla tenta di tenerla a distanza, lei insiste e Gasparri ascolta. Lea Del Greco, questo il nome della donna, consegna il foglio a Gasparri, con le 10 domande che Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ha preparato per il Senatore. Gasparri prende i fogli e dice che le domande non le leggerà neppure, perchè "Salvatore Borsellino era disistimato dal fratello, lei è giovane e non lo sa".
Noi non sappiamo quali rapporti ci furono tra Salvatore Borsellino e Paolo Borsellino prima della morte del giudice, ucciso in via D'Amelio il 19 luglio 1992, certo è che il Senatore, ora deve almeno spiegare di come egli sia a conoscenza di questa cosa. I fatti vanno documentati, ed alcune persone non ci stanno più a prendere per oro ogni parola vomitata dal Senatore di turno, per altro da un Senatore portavoce di un condannato per mafia. Perchè Maurizio Gasparri, oltre che presidente del gruppo parlamentare del PdL al Senato è anche portavoce di Marcello Dell'Utri, condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Gasparri magari risponderà alla mia domanda. Aspettiamo. Anche se, a quanto pare, l'onorevole dovrà già rispondere davanti ai magistrati, visto che è nelle intenzioni di Salvatore Borsellino far partire una querela nei confronti del Senatore.
venerdì 6 novembre 2009
Dov'è finita l'Agenda Rossa di Paolo Borsellino?
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