di Rita Pani
Devo ricordarlo ancora una volta, anche se potrebbe apparire come una tediosa litania. Era il 2005, Report propose una puntuale inchiesta sulla mafia. La mafia, nella persona di totò cuffaro protestò, e la RAI, televisione di stato alla quale siamo obbligati a versare una tangente, accettò di trasmettere una “trasmissione riparatrice”. Il succo della disputa era che in Report non vi era stato contradditorio. Cioè: Report aveva potuto mostrare i danni e le ruberie della mafia, senza che questa potesse difendersi pubblicamente. In Italia non scoppiò la rivoluzione; ci fu un po’ di sbigottimento, un po’ di divertita perplessità, ma poi venne la presa d’atto.
Nel 2008 cuffaro venne condannato a cinque anni di carcere per “favoreggiamento semplice” nel processo per mafia che lo vide protagonista, e anche in quel caso, è bene ricordare, finì in modo del tutto italiota, con la memorabile festa dei cannoli. Insomma, cinque anni di galera passò come una vittoria dei buoni contro i cattivi giudici comunisti: favoreggio la mafia, mica sono mafioso!
Di dell’utri non voglio nemmeno scrivere, sperando che ormai sia notoria la sua vicenda mafiosa e processuale, e che anche questa non si sia normalizzata, con la semplice presa d’atto.
Poi c’è il picciotto fresco, l’ultimo assunto agli onori della cronaca, cosentino, col suo soprannome che sembra uscito da un libro di Mario Puzo: “’O americano”. Per lui è stata emessa una richiesta d’arresto, respinta proprio questa mattina dalla giunta per le autorizzazioni a procedere del nostro parlamento mafioso.
Ma è di oggi anche la richiesta di rinvio a giudizio per totò cuffaro, per i fatti che già lo videro festeggiare per la condanna a cinque anni. Secondo l’accusa, la sua posizione si sarebbe aggravata. Ma in questo paese normalizzato, questa richiesta cadrà nel vuoto, perché per chi non lo sapesse, il condannato anziché essere allontanato dalla vita politica e dalla gestione della cosa pubblica, nel tempo è stato promosso: oggi è un onorevolissimo senatore della Repubblica delle banane marce.
Capite ora perché in Italia si faccia sempre più pressante una riforma della giustizia? Perché riunire il governo diverrebbe complicato se i suoi membri fossero sparsi nelle carceri di mezza Italia. Ma c’è anche di peggio a confermare l’antico detto che al peggio non c’è mai fine: il governo italiano, assillato dalla nefasta opera dell’antimafia eversiva e comunista, sta pensando a un codicillo libera tutti, con la cancellazione del reato di “associazione esterna ad organizzazione mafiosa.”
Lo faranno, e ovviamente lo faranno per noi. Perché questi giudici comunisti non possono pensare di sovvertire la volontà popolare, facendo sprecare il tempo dei governanti nel doversi difendere nei tribunali. Lo faranno per tutti i cittadini che hanno il diritto di essere governati dai mafiosi, piduisti, corruttori, che hanno scelto col loro voto. Lo faranno perché nessun giudice può processare coloro che i cittadini hanno scelto per essere governati.
Lo faranno e non scoppierà la rivoluzione. Perché, se uno che ha dato il suo voto a questa gente di merda, non sente queste affermazioni come uno sputo in faccia, come un’offesa, e soprattutto non si sente rimordere la coscienza, ha il governo che merita, e complice, è felice.
http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/
lunedì 30 novembre 2009
Concorso esterno in associazione... di stato
Etichette:
Contro la mafia,
Pensieri,
politica
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2 commenti:
Ciao Calogero... bel post, bisogna informare sempre, quanto più possibile .. oggi come oggi, anzi, è diventato un dovere per tutti i cittadini onesti.
E pensare che il premier ha detto che la Piovra non esiste e vorrebbe strozzare chi ne parla.
Sono disgustata.
Ciao!
ciao Miryam... occorre fare un tam tam affinchè l'informazione alternativa non vada in pensione...sotto i colpi delle strozzature (o stronzature?) varie.
buona settimana...
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