Quickribbon

martedì 18 maggio 2010

E che... TARSU

Il preventivato aumento della TARSU all’interno del bilancio di prossima approvazione al comune di Sciacca sta facendo discutere ed inviperire un pò tutti, cittadini, opposizione e pezzi della stessa maggioranza. La vicenda è ormai nota e, più che l’aumento della TARSU, riguarda le asfittiche casse comunali che, evidentemente, si cercherà di rimpinguare anche il questo modo.
Pdl, Forza Sciacca e Sciacca al Centro, in settimana, hanno indetto una conferenza stampa per spiegare e motivare la propria avversione alla scelta. I Popolari per Sciacca, La Tua Sciacca e L’AltraSciacca si sono dette tutte rammaricate per questa decisione che rischia di spaccare l’amministrazione comunale. Ci sarà insomma un bel lavoro da svolgere soprattutto per l’assessore al ramo Giuseppe Montalbano.
E soprattutto l’associazione L’AltraSciacca a porsi un quesito non di poco conto: la TARSU, dal punto di vista burocratico e legislativo, esiste ancora? Tale domanda viene suffragata da queste note giuridiche.
“La TARSU era stata introdotta della Legge n. 366/1941, successivamente razionalizzata con la Legge n. 421/1982 e con il Decreto Legislativo n. 507/1993 ed infine innovata dal Decreto legislativo n. 22 del 1997 (Decreto Ronchi – Verdi) che introduceva l’obbligo della raccolta differenziata e la progressiva abolizione della tassa a vantaggio della T.I.A. (Tariffa Igiene Ambientale).
Quest’ultimo adeguamento (passaggio da TARSU a TIA) doveva avvenire entro l’anno 2006 ma, da allora, con appositi decreti di proroga, la TARSU è stata comunque applicata anche negli anni 2007, 2008 e 2009. Diversi Comuni, nel frattempo, si sono adeguati alla Tariffa (TIA), abbandonando la TARSU, mentre altri hanno continuato ad applicare la vecchia Tassa.
Questa coesistenza tra TIA e TARSU andava però bene fino al 31/12/2009, data in cui si doveva definitivamente cessare la TARSU per passare al nuovo sistema (TIA).
La TARSU, scaduta lo scorso 31/12/2009, non è stata più prorogata. Il Decreto Legislativo n.22/97 è stata abrogato dal successivo n.152/2006 (attraverso l’art. 264 comma 1 lettera I) che condizionava l’applicazione della TIA ad un Regolamento attuativo. Regolamento che, anche se previsto dal Codice dell’Ambiente, non è stato mai pubblicato.
Conseguenza della mancata proroga della TARSU e dell’inesistenza di un regolamento attuativo al decreto n.152/2006 è che il Codice dell’ambiente risulta inapplicabile quanto l’introduzione del regime della TIA.
Si tratta di una vera e propria “mina nascosta” sotto le previsioni di bilancio 2010, argomento che in queste settimane sta complicando la vita agli uffici Ragioneria di vari Comuni italiani che devono approntare e far approvare i bilanci.
Appare evidente che se il nostro Legislatore non provvede a colmare questa lacuna (ma Noi non riusciamo a vedere come), il serio rischio è che gli atti adottati dagli enti locali, compreso il nostro, vengano considerati illegittimi.
Concludendo, allo stato attuale, l’unico regolamento applicabile sarebbe quello del D.P.R. 158 del 1999 con l’evidenza che la sostituzione della TARSU con la TIA , per le ragioni tecniche connesse all’applicazione della decorrenza della legge, non potrebbe decorrere prima dell’anno 2011, non essendo possibile, per i Comuni, modificare in corso d’anno l’entità e le modalità applicative di un’entrata tributaria.”
Sulla questione si è espresso anche l’ANCI.
I tagli agli enti locali sono ormai cosa risaputa. L’arcinota vicenda dell’ICI ha ulteriormente fatto saltare il banco di tantissimi comuni.
E’ chiaro che, demagogicamente, se si chiede ad un cittadino se vuole o pagare o meno una tassa, risponderà sempre di “no”, molto più complicato riuscire a spiegare cosa c’è dietro tali decisioni, quali conti, quali bilanci, quali provvedimenti che, a cascata, partono da Roma, passando per Palermo e giungendo fino a tutti i comuni, Sciacca compreso.
Stefano Scaduto dei Popolari ribadisce che “l’aumento di tale imposta, come di ogni altra imposta comunale, è in questo momento di difficile crisi economica una scelta assurda in danno di tutti i cittadini, soprattutto di quelli economicamente più deboli.
Il sindaco – continua Scaduto - non ha rispettato il metodo del bilancio partecipato con i cittadini, dimostrando la sua incoerenza rispetto al suo programma amministrativo in cui si era impegnato a redigere il bilancio ascoltando il parere dei cittadini, delle associazioni, dei comitati di quartiere, che certamente non gli chiedono un aumento delle tasse”.
I Leali per Sciacca, gruppo autonomo di maggioranza, composto, al momento, dai consiglieri Patti e Sandullo chiedono invece al sindaco che venga riaperto e reso funzionale il mercato ittico e, da lì, reperire i fondi per rimpinguare le casse comunali. Stessa cosa è stata richiesta anche da Massimo Busonera dell’associazione La Tua Sciacca.
Dato che siamo in tema di TARSU, è bene ricordare che la Cassazione ha stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa; di conseguenza è stata applicata l'iva su un importo nel quale non doveva essere applicato, in quanto appunto "tassa".
Pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi; inoltre, controllando sul sito "Federconsumatori", si evince che chi richiede il rimborso (che, come al solito, arriverà, lentamente ma arriverà) bloccherà di fatto l'iva sulle prossime fatture.
Chi non chiederà il rimborso si troverà a continuare a pagare tutto come prima perché, come capita spesso in Italia, gli anziani o in generale le fasce sociali meno abbienti o istruite non conoscono questi diritti e non ne usufruiscono "in automatico", ma solo se ne vengono a conoscenza e ne fanno richiesta.
Intanto sicuramente si vedranno recapitare nuove esose bollette: gli aumenti, ne siamo sicuri, li comprenderanno al volo.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

Nessun commento: