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domenica 25 aprile 2010

25 APRILE... SEMPRE. CONTINUARE A RESISTERE. La storia di Gildo Moncada

Alla vigilia del 25 aprile, 65° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo, un ricordo di Gildo Moncada, partigiano, grafico e pittore.
Mio padre.
Tra gli attestati che egli ha ricevuto mi piace menzionare il “Diploma d’onore ai combattenti per la libertà d’Italia 1943-1945” conferitogli il 19 giugno 1984 dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini e dal Ministro della Difesa Giovanni Spadolini.
Tanti furono i siciliani, gli agrigentini che, da volontari per la libertà, combatterono la guerra di Resistenza fino all’estremo sacrificio della propria vita, per gli ideali di Libertà, Democrazia e Patria.
Mio padre, Gildo Moncada, agrigentino, fu uno di questi. Il 26 aprile del 1944, entrò a far parte della Brigata partigiana “Leoni” operante in Umbria e nel territorio confinante con le regioni Toscana e Marche, dipendente dalle ricostituite Forze Armate Italiane e dalle truppe alleate anglo-americane comandate dal generale Alexander.
Gildo Moncada divenne partigiano, volontario per la libertà, a 16 anni e 3 mesi.
Ragazzino, decise di lasciare la famiglia di mio nonno Raimondo, per dare il suo contributo alla grande rivolta di popolo che fu la Resistenza per liberare l’Italia dall’occupazione e dall’oppressione nazi-fascista.
Risalgono al 19 e 20 giugno 1944 alcune sue foto in divisa partigiana, durante i giorni della Liberazione di Perugia.
Durante un’azione militare a San Sepolcro (in provincia di Arezzo), nella caldissima area di guerra rappresentata dalla Linea Gotica, e in uno dei momenti più cruenti del secondo conflitto mondiale, venne gravemente ferito.
Rientrato definitivamente dieci anni dopo nella sua terra, mutilato ad una gamba, è stato fino al 1997 sempre tra gli organizzatori della Festa Nazionale del 25 aprile ad Agrigento assieme al senatore Salvatore Di Benedetto, comandante partigiano, grande invalido di guerra, e presidente provinciale dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), e rappresentanti di altri enti, Istituzioni, partiti e sindacati.
Un ricordo personale affinché la memoria viva nelle nostre carni e non cancelli, rimuova, mortifichi - anzi onori - il sacrificio di quanti hanno dato la vita per consentirci di vivere in una Patria pacificata, unita, libera, democratica e repubblicana.

Raimondo Moncada

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