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domenica 8 marzo 2009

"La crisi? E' un invenzione della Stampa" (Appecoronata, Comunista ed in malafede)

Marco Travaglio - Passaparola:
La macchina del complotto perpetuo
Perché dico questo? Perché hanno inventato la macchina del complotto perpetuo. Faccio un esempio: se un potente viene indagato e rinviato a giudizio, ecco la polemica sull'appiattimento del giudice che si siede sulla linea del pubblico ministero, ne sposa acriticamente le tesi e quindi bisogna separare le carriere perché il fatto che il giudice dia ragione al PM indica che c'è stato un complotto fra magistrati. Questo nel caso di condanna o rinvio a giudizio, insomma di esito negativo per il potente.Se uno viene indagato e poi archiviato o prosciolto o assolto, polemiche perché è stato perseguitato per anni e ora finalmente un giudice ha riconosciuto la verità, ha fatto cadere il teorema dei PM. E' la prova che c'era un complotto.Se un processo va male a un potente è la prova che c'è il complotto, se il processo va bene al potente è la prova che c'era un complotto e meno male che il giudice, sia pur tardivamente dopo anni di calvario, ha sventato il complotto ai danni del potente.Questo è la tendenza, ricorderete che a dicembre eravamo continuamente perseguitati da una serie di notizie e da una serie di commenti: le notizie erano quelle che riguardavano uomini politici nazionali, regionali e locali che finivano sotto inchiesta per vari scandali - c'era stato un addensarsi di scandali che coinvolgevano, tra l'altro, molte giunte di centrosinistra come il caso di Napoli, dell'Abruzzo, di Pescara, di Firenze, della Basilicata, della Calabria – dopodiché alcune vicende vanno avanti, altre si fermano, altre vengono ridimensionate com'è fisiologico nei processi.Noi avevamo tutti i giorni questi articoloni sul Corriere della Sera di questi super tromboni che parlano di giustizia senza nemmeno sapere di cosa stanno parlando, questi giuristi per caso che parlano della giustizia come i cazzari nei bar e nei biliardi fanno la formazione della nazionale di Calcio, i quali non la finivano più di dire: “ecco, il GIP ha ridimensionato l'accusa del Pubblico Ministero” oppure “il PM li voleva mettere dentro e il GIP li ha messi fuori” oppure “il GIP li ha messi dentro ma è intervenuto il Riesame e quindi è la prova che le Procure complottano, che bisogna separare le carriere”.Sublime stupidaggine perché stavano appunto parlando di Riesami che si stavano dissociando dai GIP o di GIP che si dissociavano dai PM, a dimostrazione del fatto che la dialettica c'è e che non è vero che gli uni danno sempre ragione agli altri solo perché sono colleghi nella stessa carriera.Questo era quello che ci dicevano fino a un paio di mesi fa.Poi silenzio e naturalmente adesso arrivano notizie di quelle indagini di cui si parlava allora, e anche di indagini di cui si parlava un anno fa.


(www.beppegrillo.it)

Lo psiconano non ama le crisi. E' più forte di lui. Di fronte al crollo della sua scuderia di titoli, da Mondadori a Mediaset a Mediolanum, ha scelto la rimozione. E' giovane, con tanti capelli e l'Italia va come un treno svizzero. Gli italiani sono fortunati ad avere un presidente ottimista. I disoccupati saranno disoccupati sereni. I morti di fame, gente che tiene alla linea. Obama parla di "dati atroci". Per Testa d'Asfalto "la crisi non è tragica". Indovinate quale sarà il Paese a finire in default.

Free Blogger

NO AL LODO ALFANO, NO AL DIVIETO DI PUBBLICARE LE INTERCETTAZIONI

(ps: volutamente non faccio un post di Auguri per la festa delle Donne poichè per quanto mi riguarda la festa delle donne è tutti i giorni, in ogni istante della giornata...un paese che ancora deve festeggiare queste cose ammette una differenza tra i sessi che non dovrebbe essere più esistente da secoli...
"Dio creò prima l'uomo e poi la donna perchè prima fece lo schizzo e dopo il capolavoro")

sabato 7 marzo 2009

Anche "Menfi per l'Acqua".. Una battaglia di civiltà: Acqua Pubblica!

L’acqua non ha colore. È questo il principio ispiratoredei sindaci che lottano contro la privatizzazione idrica.Specie di chi, come Michele Botta, primo cittadino di Menfi(Ag), è un sindaco di centrodestra (Pdl) ma non per questoha avuto remore nel difendere a spada tratta gli interessidella sua città. “Sono convinto che gli interessi delterritorio prevalgano sugli orientamenti politici e quelladell’acqua è una battaglia che abbiamo intrapreso aprescindere dalle appartenenze – spiega Botta – Nessunocredeva che un sindaco Pdl potesse cavalcare questabattaglia, in molti avevano scommesso che ci saremmosottratti per non scontrarci con le direzioni partitichelocali, regionali, nazionali: eppure siamo qui, lieti econvinti di condividere questa causa per la difesa di undiritto universale, collettivo e sacrosanto, l’acquapubblica”.Venerdì 20, una trentina di Consigli Comunalidell’Agrigentino hanno approvato lo stesso puntoall’ordine del giorno, con l’adesione all’iniziativadel comitato dei sindaci della provincia contrari allaprivatizzazione della gestione del servizio idricointegrato, fra cui la richiesta di un referendum a livelloprovinciale. “Crediamo nelle azioni collettive, come èaccaduto con il Coordinamento dei sindaci della valle delBelice, che lotta per completare la ricostruzione dopo ilSima del ’68 – continua Botta – è la dimostrazioneche quando i sindaci sono uniti, al di là dei coloripolitici di provenienza, i risultati si possonoraggiungere”. Poi la manifestazione popolare di sabato 28 febbraio adAgrigento.In provincia di Agrigento si è privatizzato il servizioidrico integrato, affidandone la gestione ad una Società,la Girgenti Acque s.p.a., che ha dimostrato incapacità digestione efficiente in quei Comuni già raggiunti dalservizio: aumento delle bollette, aumento dei disservizi,aumento del costo degli allacci (che potrebbe arrivare sinoa1200€ per soli 4 metri di scavo). E già diversi comuniche avevano consegnato le reti alla Girgenti Acque, oggi sitrovano fianco a fianco in questa battaglia.Il comitato dei sindaci contrari alla privatizzazione delservizio idrico ha ottenuto il 3 marzo la sospensionetemporanea dell’attività dei commissari ad acta. A darnenotizia con estrema soddisfazione il sindaco di Menfi,Michele Botta, che ha incontrato a Palermo il presidentedell’Agenzia regionale per le acque e i rifiuti, FeliceCrosta, insieme ai colleghi dissidenti e ad altri 13 comunidella provincia di Catania, a dimostrazione che non sitratta di un problema localistico, ma di una protesta che siallarga a macchia d’olio.“È stata una decisione di buon senso che rispecchia leesigenze del nostro territorio – dice Botta – ora toccaalla politica dare il proprio sostegno concreto ai traguardifin qui raggiunti dai sindaci e dalle iniziativepopolari”.


ACQUA:NO A PRIVATI,PRETE ARMA PAESE DI PISTOLE SPARA-LIQUIDIMENFI (AGRIGENTO) (ANSA) - MENFI (AGRIGENTO), 5 MAR -
Capitanati dal'arcipretedon Saverio Catanzaro, che ha organizzato una colletta,amministratori comunali e cittadini di Menfi (Ag), hannocomprato oltre duemila pistole ad acqua per impediresimbolicamente l'insediamento del commissario straordinarioper la privatizzazione dell'acqua. "L'acqua è un benepubblico e non privato - ha detto don Catanzaro - e nonpermetteremo a nessuno di rubare ciò che è di tutti. Ladecisione presa contro la volontà dei cittadinirappresenta la morte della libertà, della democrazia edell'autodeterminaz ione per la giustizia. Ecco perchéabbiamo deciso di far suonare ripetutamente a morto lecampane delle nostre chiese". Il sindaco Michele Botta dice:"Sono stato a Palermo, alla sede dell'agenzia regionaledelle acque ed ho ottenuto la sospensione dell'insediamentodel commissario ad acta. L'agenzia regionale delle acquepretendeva già da mesi la consegna degli impianti idrici.Il presidente della Regione ha potuto constatare ledifficoltà idriche in cui versa la provincia di Agrigento,e quindi anche Menfi, ed ha promesso di proporre, al piùpresto, una delibera di giunta regionale per verificare seci siano o meno le condizioni per la risoluzione delcontratto". Anche a Menfi, come in altri 32 Comunidell'Agrigentino, si è costituito un comitato di cittadinicontro la privatizzazione dell'acqua. (ANSA).

venerdì 6 marzo 2009

Calma Apparente: storie di Mafia su "FuoriRiga"


Da sabato 7 marzo “Fuoririga Speciale Mafia” torna in edicola con una nuova sconvolgente edizione. Ancora una volta esperti siciliani e internazionali di criminalità organizzata analizzano la mafia dell’Agrigentino.
Tante storie sconosciute che tracciano nuovamente la forza delle “famiglie” mafiose e la loro prepotenza nella corsa all’arricchimento e alla gestione illecita degli appalti. Il pm della Dda Fernando Asaro, lascia tutti di stucco quando nell’intervista dichiara che il posto dei boss arrestati o uccisi è stato preso subito dai figli o dai parenti prossimi.
La potenza dei clan agrigentini viene confermata dalle intercettazioni dei boss palermitani che prima di formare la nuova Cupola mafiosa volevano sapere cosa succedeva a Ribera. E’ proprio a Ribera e Sciacca i boss tracciano la “classifica” dei politici facendo i nomi di chi è stato a loro vicino o chi è “avvicinabile”. In “Fuoririga Speciale Mafia” si parla anche della “bella vita” condotta in America dai cattolicesi Rizzuto e dai siculianesi Caruana-Cuntrera: donne, hotel, feste, golf col traffico internazionale di droga e gli appalti. Intervista al magistrato di Bivona Alfonso Sabella: da esperto cacciatore di mafiosi a giudice monocratico a Roma. Storie del passato: quando don Masino Buscetta fu preso in giro dai boss dell’Agrigentino durante un processo. Si va a Porto Empedocle dove il superlatitante Gerlandino Messina è riuscito ad incontrarsi con la moglie. Sempre a Porto Empedocle il collaboratore di giustizia Luigi Putrone accusa addirittura il fratello di un triplice omicidio di Palma di Montechiaro. A Racalmuto il pentito Maurizio Di Gati descrive il racket del “pizzo” e fa i nomi. “Paesi senza Memoria”: pochi comuni onorano chi è morto per combattere la mafia nell’Agrigentino. Il “capo dei capi” Totò Riina venne incoronato ad Agrigento. Viaggio a Favara dove i nuovi boss volevano scatenare una guerra di mafia e fanno i nomi degli obiettivi. Il ricordi di “Serpico”: il commissario agrigentino che venne ucciso a Palermo su ordine dei Corleonesi. Il “Ragazzo dei Sogni”: la vicenda di Giuseppe Gatì di Campobello morto tragicamente dopo avere condotto una battaglia antimafia. La caccia al super latitante campobellese Giuseppe Falsone e le mille difficoltà per catturarlo. A Sciacca si torna per parlare con Nico Miraglia dell’uccisione del padre con sullo sfondo la mafia e i servizi segreti americani. Si va a Porto Empedocle dove il pentito Alfonso Falzone racconta gli omicidi commessi in tanti paesi dell’Agrigentino.

Queste e tante altre storie, su tutti i paesi dell’Agrigentino, su “Fuoririga Speciale Mafia”: in tutte le edicole da sabato 7 marzo.
La rivista è acquistabile on-line da tutto il mondo anche sul sito http://www.fuoririga.com/

giovedì 5 marzo 2009

GIUSTIZIA? QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA

Satira di Paolo Migone su Callisto Tanzi,il caso Parmalat e la giustizia (26.10.2007)

Video di denuncia sullo stato della Giustizia Italiana segnalatomi dall'amico Coscienza Critica.
Non conoscevo questo video ma se avrete la voglia di ascoltarlo e vederlo vi renderete facilmente conto del punto nel quale siamo arrivati. Ossia ridere, ridere amaramente, delle ingiustizie italiche.

NO al NUCLEARE

Il sistema capitalistico cerca di uscire indenne dal crack provocato dal suo modello di produzione e consumi, scaricandone i costi e i danni sui lavoratori e i ceti popolari,sulla salute e l’ambiente.
La crisi generalizzata già pesa sui meno abbienti in termine di disoccupazione e perdita di diritti, di precarizzazione e impoverimento dell’esistenza, mentre il governo continua a regalare soldi pubblici ai banchieri,padroni e speculatori che l’hanno prodotta.
Invece di cambiare sistema sostenendo l’energia solare e le rinnovabili, il riassetto idrogeologico,i beni comuni e le infrastrutture sociali,l’alimentazione biologica a filiera corta, si continuano a finanziare progetti e opere devastanti come la TAV,il Ponte sullo Stretto,i rigassificatori,gli inceneritori e la riproposizione del nucleare in nome di una falsa autonomia energetica, ovvero le lobbies che lucrano e vivono di appalti pubblici e sovvenzioni statali.
Seveso-Bhopal , Acna-Farmoplant , Marghera-Priolo , Garigliano-Cernobyl - i rifiuti tossici sotterrati in particolare nell’agro campano o scaricati in mare - con il loro carico di inquinamento irreversibile,di malattie mortali,di innumerevoli lutti, dovrebbero far riflettere sui disastri sanitari e ambientali già procurati.
Invece si continua peggio di prima, attraverso ulteriori strumenti coercitivi e autoritari, quali la militarizzazione dei siti e l’esautoramento dei poteri di intervento dei cittadini e degli enti locali :le scorie radioattive ammassate nella discarica di Pitelli, i depositi nucleari di Saluggia e Rotondella-Trisaia , sono li a testimoniarlo !
A 22 anni dal referendum vincente che mise al bando le centrali nucleari , il governo Berlusconi si prepara a reintrodurre l’atomo nel nostro paese. Lo fa con un protocollo siglato il 24 febbraio 2009 a Roma con il presidente Sarkosy e sottoscritto da Enel e Edf , ponendo le basi per la costruzione di 4 centrali di terza generazione, per la prevedibile entrata in produzione a partire dal 2020 !
NON C’E’ TEMPO DA PERDERE !
Nonostante il nucleare sia anacronistico,dispendioso,ultrainquinante e che dispone in se una visione di società gerarchica e aggressiva. Stante la crisi , la scelta nucleare è oltremodo fuorviante e deprime le risorse da destinare alle emergenze sociali , alle innovazioni, al risanamento ambientale.
Abbiamo a che fare con una lobby trasversale al centrodestra e centrosinistra. Con questi boss non ci sono ragioni , riconoscono solo i rapporti di forza !

E’ L’ORA DI TORNARE A LOTTARE CONTRO IL NUCLEARE E L’ENERGIA PADRONA.
Dopo le assemblee e gli incontri tenuti in più regioni , che già vedono la nascita di comitati territoriali con l’adesione di scienziati – tecnici – lavoratori del settore e la condivisione di molteplici vertenze/resistenze ambientali e sociali , si è dato vita ad un organismo semplice,aperto,agile, il Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia”, in grado di affrontare immediatamente la battaglia comunicativa e di contribuire con iniziative via via più incisive alla rinascita di un movimento antinucleare , capace di fronteggiare e vincere questa altra sfida dell’energia padrona .

LUCCA 15 Marzo , ore 10 Circolo l’Inchiostro – P.za S. Agostino
ASSEMBLEA GENERALE ANTINUCLEARE
Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia”


No al Nucleare in Italia, No al Nucleare in Sicilia... Dove metteranno le scorie? dove metteranno i rifiuti tossici? Perchè paventare la costruzione di centrali nucleari in territori ad alto rischio sismico e vulcanico come la Sicilia? Come andare contro all'opinione degli italiani che si erano già espressi per il NO all'ultimo referendum sulla questione?
Quantomeno si potrebbe scendere a patti:
Permetteremo la costruzione di una centrale nucleare in Sicilia (si parla di Palma di Montechiaro come location) se e solo se ne verrà costruita una al nord, ad Arcore precisamente, accanto alla villa di un noto politico ed una in Sardegna, sempre accanto alla villa dello stesso politico...
solo se si verificasse ciò, prenderemmo in considerazione anche noi l'ipotesi.
Credo sia uno scambio equo e fattibile, non dovrebbero esserci problemi: tanto tu non hai paura, tanto non ci sono rischi...vero Berlusca?

mercoledì 4 marzo 2009

I video del Carnevale di Sciacca 2009: Allegriaaaaaaaaaaaaaaaa!






www.youreporter.it
www.sciacca.blogolandia.it

Il resoconto, in breve ed in video, del Carnevale di Sciacca 2009.
Buona visione ed appuntamento al Prossimo Anno!!!

Alla ricerca del Progetto "per Sciacca"

Giorno 6 e giorno 7 giugno Sciacca conoscerà il destino dei suoi prossimi cinque anni.
Al momento però non ci è dato sapere ufficialmente chi saranno i contendenti della sfida elettorale.
Quello che al momento notiamo con maggiore interesse ed allo stesso tempo con malcelata curiosità è il silenzio assordante della sinistra locale. Non si muove foglia. Sembra che, quantomeno all’apparenza, la competizione elettorale non sia al primo posto tra i pensieri dei numerosi leader del PD. Il problema, forse, è proprio questo. Le correnti sono diverse e non sempre sono ben amalgamate le une con le altre. Il coordinatore locale Coco avrà il suo bel da fare a mettere ordine tra i seguaci di Cusumano, quelli di Marinello, i nostalgici dell’ex sindaco Cucchiara, Marciante e Leonte. Senza contare il fatto che anche esponenti teoricamente lontani da Sciacca potrebbero dire la loro ed avere peso specifico, pensiamo a Capodicasa, a Panepinto, a Manzullo.
Allo stato attuale delle cose, il PD locale sembra navigare a vista, sembra vivere alla giornata ed è un atteggiamento cronologicamente precedente alla crisi che il partito sta vivendo a livello nazionale dopo le dimissioni del segretario e leader Walter Veltroni, conseguenza finale della debacle elettorale vissuta in Sardegna.
Il Partito Democratico è sicuramente alla ricerca non solo di alleanze certe e spendibili in materia di accordi ma anche, se non soprattutto, di un candidato a sindaco che rifletta tutte le anime e le correnti in seno al partito, di un candidato che risulti gradito alla piazza elettorale, il cui nome possa essere veicolato senza problemi, un nome nuovo, un nome che possa accendere le fantasie di rinnovamento da parte della maggioranza dei saccensi aventi diritto al voto. Non è ricerca facile, non sarà semplice accontentare tutte questi bisogni ma, al contempo, è giunta l’ora di muoversi in maniera decisa e soprattutto compatta, sacrificando le esigenze personali e personalistiche in nome del progetto unitario, in nome di Sciacca e del suo futuro.
Si avverte la pretesa, ma ciò vale e deve valere per qualsiasi lista si presenti alle prossime comunali, di avere una rosa di nomi che accendano i sogni dei cittadini, nomi lontani dalle solite manovre politiche, quasi sempre gestite dalle segreterie dei partiti e, di conseguenza, quasi sempre lontane dalle reali esigenze della città e dei suoi abitanti.
Per cogliere le principali dinamiche e sfaccettature di Sciacca occorre essere presenti nel territorio, occorre conoscere tutti gli aspetti principali della nostra città. Le stanze dei bottoni e le segreterie invece spesso giocano con le poltrone, con le alleanze più o meno tacite e si contendono la spartizione plenaria del potere. Si dovrebbe avere il coraggio quindi di aggiornare gli spot elettorali, non “per Sciacca” ma “su Sciacca”, sopra quegli interessi che la maggior parte dei cittadini non riesce a cogliere, sopra quel generale disamore della politica che molti provano e dal quale nessuno ha intenzione di salvarci.
Se tutte le voci fossero confermate, se tutti i partiti dovessero mettere in pratica quello che velatamente fanno capire, allora si ci dovrebbe preparare ad una tornata elettorale con cinque o sei candidati a sindaco: Mario Turturici, il quale se il PdL dovesse ancora spaccarsi sul suo nome potrebbe anche decidere di mettere in piedi una lista civica da costruire attorno alla sua candidatura e con gli alleati più fidati; Vito Bono, con un proprio progetto o a sorpresa col PD; Pippo Turco, se l’MpA non si accorda, come recentemente paventato, con l’attuale nostro primo cittadino; Fabrizio Di Paola, attorno al quale potrebbero coagularsi pezzi di UDC e, perché no, di PD, soprattutto dopo l’accordo intercorso tra Cusumano e Simone Di Paola; un Mister X proveniente dal centrosinistra locale se non dovessero andare a buon fine le ipotesi di accordo con Vito Bono o con Fabrizio Di Paola, con la possibilità inoltre che il possibile mister si trasformi in una Lady se dovesse scendere in campo Tiziana Russo; un Nome proveniente dal mondo delle associazioni locali, una lista che raccolga tutte le migliori intelligenze della società civile ed associazionistica con in prima fila probabilmente “Sciaccarte”.
In attesa poi di capire meglio cosa vorranno fare di preciso Michele Cimino con la propria componente in seno al PdL ed Ignazio Messina con il proprio importante bacino di voti.
Avere con ogni probabilità tutte queste anime politiche in corsa per le prossime comunali aumenterà il rischio che ogni cosa poi si determini al ballottaggio, come accaduto cinque anni or sono con l’elezione di Turturici, e sarà di conseguenza molto interessante capire come saranno giostrate le varie possibili alleanze in un contesto tanto complicato di accordi e sottoaccordi, in un contesto che mira, a quanto pare, più alla trasversalità delle idee che all’ideologia politica.
Tra due mesi tutto per forza di cose dovrà essere più chiaro in seno alle vicende politiche locali mentre dopo le tanto attese elezioni vorremmo ritrovarci a commentare non solo il successo di uno dei candidati a sindaco ma anche la presa di coscienza di una città che chiede e vuole prendere il posto che gli spetta, che ha voglia di innamorarsi di un progetto e non solamente di una X da apporre sulla scheda elettorale.

Calogero Parlapiano