È drammatica la crisi dell’agricoltura in Sicilia. Nel 2009 hanno chiuso 4.023 imprese. Nei primi due mesi del 2010 hanno chiuso altre 1.200. Gli occupati nell’ultimo anno sono diminuiti del 6,6 per cento. Il reddito è andato giù del 35 per cento. Un chilo di frumento viene pagato ai produttori 13 centesimi, le arance più pregiate 33 centesimi. Nel complesso i prezzi dei prodotti sono diminuiti nei primi tre mesi di quest’anno del 7 per cento rispetto al primo trimestre del 2009. Ve ne siete accorti dal fruttivendolo quando andate a fare la spesa giornaliera? La regola sembra essere: più i prezzi diminuiscono alla produzione più aumentano al consumo. Grossisti, transazioni, depositi, filiera troppo lunga, troppi passaggi ma un unico risultato. O meglio, due con un colpo solo: mettere in crisi produttori e consumatori. Da tempo l’agricoltura regionale e provinciale non vive le sue ore migliori: dalle istituzioni sembra un continuo dare contentini, piccoli contributi, per procrastinare un’agonia che appare inarrestabile.
Eppure dalla Regione Sicilia qualche finanziamento è stato previsto e arriva.
Con decreto del dirigente generale del dipartimento regionale Interventi infrastrutturali in agricoltura e' stata approvata la graduatoria dei Gal, i Gruppi di azione locale, organismi misti pubblico-privato che avranno il compito di realizzare i piani di sviluppo dei territori rurali con ritardi di crescita socio economica. "Con questa procedura - dice Titti Bufardeci, assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari - potranno essere attivate risorse per oltre 130 milioni di euro a favore dei Gal, che rappresentano una formula di partenariato in grado di dare una spinta propulsiva alle aree rurali depresse della nostra regione". I fondi disponibili appartengono alla programmazione comunitaria del Piano di Sviluppo rurale per la Sicilia 2007/2013 (Misure 413 e 431)". I Gal coprono quasi interamente il territorio regionale e hanno registrato l'adesione di oltre il 75 per cento dei comuni siciliani. "Con le risorse potranno essere attivi servizi immateriali -spiega Bufardeci- nel settore delle fonti rinnovabili, della microimprenditorialita', nel turismo locale e relazionale e nel sostegno all'agroalimentare d'eccellenza. Questa modalità di programmazione opera dal basso, con il coinvolgimento diretto degli attori locali, secondo il modello del 'bottom up', una spinta che viene dai territori e punta a rilanciare l'economia e la socialità delle aree depresse".
Oltre 164 milioni di euro anche per realizzare i piani di sviluppo a favore dei territori rurali con ritardi di crescita socio economica. Le risorse sono state sbloccate grazie al decreto del dirigente generale del Dipartimento interventi infrastrutturali in agricoltura della Regione siciliana, Rosaria Barresi, con cui e' stata approvata la graduatoria dei GAL, i gruppi di azione locale. Questi i fondi nel dettaglio. I Gal "promossi" dal decreto coprono quasi interamente il territorio regionale e hanno registrato l'adesione di oltre il 75 per cento dei comuni siciliani. I fondi stanziabili per i piani di sviluppo locale provengono dall'Asse 4 del Psr Sicilia 2007/2013, dedicato all'attuazione dell'approccio "leader". La dotazione finanziaria complessiva e' di 164,6 milioni di euro ( di cui 126,6 di spesa pubblica). I Gal promossi sono quindici: Peloritani, terra dei miti e della bellezza (7,28 milioni), I.s.c. Madonie (7,74 milioni), Terre dell'Etna e dell'Alcantara (9,4 milioni), Golfo di Castellamare (6,5 milioni), Kalat (8,6 milioni), Terre del Nisseno (7 milioni), Metropoliest (8 milioni), Etna (7,3 milioni), Rocca di Cerere (8 milioni), Natiblei (6 milioni), Terre Normanne (8,33 milioni), Leader Sicilia centro meridionale (8,6 milioni), Eloro (6,5 milioni), Elimos (6,37 milioni), Sicani (8,7 milioni). Esclusi soltanto due progetti: il Gal Nebrodi Plus (per la "scissione del partenariato con il conseguente venir meno della sua originaria composizione") e Isole di Sicilia (poiché l'importo del finanziamento richiesto e' maggiore del massimo consentito e la successiva memoria di riesame e' pervenuta oltre i termini previsti dalle disposizioni attuative). La graduatoria libera risorse per oltre 104 milioni di euro sulla complessiva disponibilità 164 milioni. "Non perderemo neanche un centesimo - spiega l'assessore Titti Bufardeci - e dopo questo primo importante passo avvieremo una rimodulazione per consentire ai territori esclusi di procedere alla creazione di iniziative delicate e decisive per il rilancio del tessuto socio - economico delle nostre aree rurali" "Con questa procedura - spiega l'assessore - vengono attivate risorse in grado di dare una spinta propulsiva alle aree rurali depresse della nostra regione. Con i piani di sviluppo locali potranno essere attivati servizi immateriali nel settore delle fonti rinnovabili, della micro imprenditorialità, nel turismo locale e relazionale e nel sostegno all'agroalimentare d'eccellenza".
Oltre 36 milioni di euro invece sono stati previsti per migliorare la viabilità fra le aziende agricole dell'isola.
Sono stati messi in campo dal Dipartimento interventi infrastrutturali in agricoltura della Regione siciliana. Con decreto del dirigente generale sono state, infatti, approvate e pubblicate le graduatorie definitive della prima sottofase della Misura 125 A del Piano di Sviluppo rurale 2007/2013. La misura e' relativa alle reti di trasporto, "opere di viabilità interaziendale". La misura ha una dotazione finanziaria di 36,5 milioni di euro con un coofinanziamento a carico del Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) pari al 44,34 per cento. La graduatoria, disponibile sul sito internet della Regione siciliana (sezione agricoltura) comprende 46 interventi ammessi e due ritenuti non ammissibili.
Un problema, quello della viabilità rurale, ben noto anche a Sciacca, basta recarsi in contrada Piana Scunchipani, in contrada Santa Maria, in contrada Raganella. Molte aree periferiche della città sono simili più a delle mulattiere, piene di buche, pericolosissime, con scarsa o nulla illuminazione, con erbacce fin dentro la carreggiata e spesso con guardrail ormai inutili perché vetusti. Va bene che i fondi per gli enti locali ormai sono miseri e ridotti al lumicino ma dovrebbe essere garantita la minima sicurezza di tutti gli utenti dei veicoli a motore. Specie in inverno poi, con le piogge, più che strade occorrerebbe parlare di fanghiglia informe. Anche questo rientra nella crisi dell’agricoltura locale. Sono tutte componenti della stessa faccia. Mentre dal ministero e dalle commissioni europee si deciderà a breve cosa fare di un comparto ormai al collasso ma che non vuole scomparire come già successo con la zootecnia.
Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"
martedì 13 luglio 2010
Agricoltura: crisi e fondi
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