Dibattito. Ma i fatti a quando?
Finalmente è entrato nell’aula del consiglio comunale il tanto atteso dibattito politico. Dopo l’ennesimo rimpasto della giunta da parte del sindaco Vito Bono, un po’ tutti i consiglieri attendevano di poter dire la loro non solo sulle dinamiche interne alla maggioranza ma anche sul rispetto o meno del programma elettorale che ha condotto alla vittoria l’attuale amministrazione.
Non è uscito granchè a dire il vero da questo dibattito. Polemiche, urla, qualcuno che è andato sopra le righe, discussioni, bla bla bla ma di proposte concrete per il rilancio della città non se ne è vista traccia.
I nodi al pettine sembrano essere ancora diversi. La prima è quella del gruppo dei Leali per Sciacca che, per loro stessa ammissione, saranno “leali” a questa maggioranza entro e non oltre il febbraio 2011, termine per il quale pretendono un posto in giunta. Un assessore insomma che dovrebbe essere il già investito Ignazio Perrone in luogo del già a termine Alberto Sabella. Il capogruppo del Pd Simone Di Paola è stato chiaro: “se qualcuno vuole mettere in difficoltà la maggioranza sappia che siamo pronti a governare anche senza i numeri”. Naturalmente è una soluzione che Vito Bono farà in tutti i modi per scongiurare. Dall’opposizione si è fatto l’elenco dei rimpasti. In fase di campagna elettorale erano stati designati Ezio Di Prima (il quale ultimamente ha abbandonato il Pd) e il deputato regionale Vincenzo Marinello. Entrambi non hanno mai varcato la porta di sala Falcone – Borsellino. Subito trombati e sostituiti dai due tecnici Turturici e Piazza che insieme a Montalbano hanno rappresentato l’asse tecnica della giunta fino a poche settimane fa. Tutti, a destra e manca, hanno fatto i complimenti all’ex assessore Ignazio Piazza descritto dai consiglieri come persona preparata sul settore pesca e non solo ma anche educata e competente. La sua sostituzione sarà una di quelle questione che, in ogni dibattito politico, sarà tirata fuori anche perché, dopo il suo defenestramento, il settore pesca non ha avuto più un assessore per 7 mesi. Si è perso del tempo prezioso, alcuni bandi europei mentre il mercato ittico è stato chiuso definitivamente. Niente male per una città marinara. Il settore ringrazia. Adesso è il turno dei “nuovi” assessori Michele Ferrara e Fabio Leonte, gente sicuramente esperta, veri politici che potranno forse dare un maggiore impulso alla macchina amministrativa seppur in un momento di difficoltà economica evidente e di difficile risoluzione.
Vito Bono è stato accusato per l’ennesima volta di non essere indipendente dalla politica.
Da segnalare anche gli interventi di alcuni componenti della stessa maggioranza. Il consigliere Fiorino del Pd ha messo i puntini sulle i sulla questione del piano regolatore generale, sul mercato ittico, sull’annosa vicenda dei parcheggi da realizzare, sul piano regolatore del porto, attaccando in maniera più o meno velata il sindaco e le sue scelte sottolineando anche il fatto che: “la giunta non ha esponenti femminili come previsto dallo statuto comunale e come voluto in recenti casi anche dal Tar”. Stessa richiesta è stata espressa dal consigliere del Pdl Calogero. Del resto anche lo stesso consiglio comunale non sembra che sia popolato da tante donne.
I 3 Leali per Sciacca hanno fatto degli interventi che sono sembrati essere uno in contrapposizione all’altro mentre da Pippo Turco si sono sentite accuse precise al sindaco. Gioacchino Settecasi ha ammesso di “essere ancora in attesa di essere accettato tra i banchi della maggioranza come più volte promesso” e continuerà a dichiararsi indipendente e a scegliere punto per punto. Un giovane senza peli sulla lingua.
Per la maggioranza e l’opposizione l’invito è quello di far ascoltare in futuro discussioni più concrete e soprattutto idee poiché non basta né sottoscrivere un documento e né criticarlo ma occorre indicare la strada, il modo per il quale quegli obbiettivi indicati posso essere raggiunti. Possibilmente a medio termine.
Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"
mercoledì 10 novembre 2010
Un "consiglio" comunale: Più fatti, meno parole
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