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venerdì 25 giugno 2010

Sciacca, precari e terme: le spade di Damocle

Sciacca è uno dei 266 comuni siciliani commissariati dalla regione siciliana perché non è stato approvato il conto consuntivo entro i termini prefissati. Tra gli operatori politici scoppia la bagarre. Tutti contro tutti, clima torrido e non solo per l’afa che da giorni attanaglia la città termale.
Il Pdl attacca l’amministrazione: “come sarà possibile approvare contestualmente conto consuntivo e bilancio di previsione?”
L’assessore Montalbano ribatte: “chi oggi evidenzia il commissariamento del Comune di Sciacca per l’approvazione del conto consuntivo 2009, quando la sua parte politica era alla guida del Comune fino al mese di giugno dello scorso anno non deve dimenticare che è stato regolarmente diffidato e commissariato per tutti gli anni di amministrazione. Corrisponde a falsità ed ha carattere solo strumentale e polemico l’affermazione secondo la quale ci sarà un accavallamento di adempimenti in Consiglio comunale. Vi sarà, infatti, circa un mese di distanza tra l’approvazione del bilancio di previsione 2010 (previsto per la prossima settimana) e quello di rendiconto di gestione (previsto, considerando i tempi tecnici, entro il mese di luglio)”. Sarà ma la macchina amministrativa sembra subire intoppi e ritardi. Si è chiuso il primo anno di amministrazione ma forse sarebbe opportuno procedere ad una bella oliata di meccanismi ed ingranaggi.
Intanto gli operatori politici sono impegnati con la spada di damocle dei precari e della manovra finanziaria firmata Tremonti che taglia, ancora una volta, risorse e fondi per gli enti locali. A farne le spese, non solo comuni e province, ma anche le stesse regioni. Da tempo si parla dell’abolizione delle province, una parte o tutte, ma evidentemente non si vuole procedere né passare dalle dichiarazioni elettorali ai fatti.
Da settimane si susseguono riunioni, a tutti i livelli, per trovare soluzioni congrue per i precari. All’ordine del giorno l’ormai famigerato Patto di Stabilità. A Sciacca ed in tutta la Sicilia i contrattisti sono già sul piede di guerra. Deroghe? Proroghe? Staremo a vedere.
Mentre il comparto pesca vive le sue ore di passione e più di un operatore chiede di avere un assessore al ramo che non sia il sindaco, impegnato in tantissime questioni, col quale potersi rapporto direttamente, il debito pubblico italiano arriva a toccare vette, si fa per dire, mai sfiorate prima e l’Unione Europea, ormai giornalmente, da un lato comincia a farci i conti in tasca e dall’altro guarda con preoccupazione alla possibile approvazione del decreto legge sulle intercettazioni. Mentre qualcuno si appresta a brindare per tale sempre più concreta ipotesi, i veri temi, dalla crisi dell’economia, ai debiti, alla pesca, all’agricoltura, al precariato, continuano a non essere prioritari nell’agenda delle attività politiche.
A Sciacca, una delle notizie più importanti della settimana è stata il salvataggio in extremis delle terme che rischiavano concretamente il fallimento, oltre al distacco dell’energia elettrica. 5,5 milioni di euro stanziati dalla regione serviranno ad evitare l’irreparabile.
Dopo alcuni giorni è durissimo il commento del governatore Lombardo sulla situazione che si è venuta a creare attorno alla vicenda delle terme saccensi: “Le Terme di Sciacca sono emblematiche di come sono stati governati gli enti e le partecipazioni regionali con uno spirito di saccheggio e di devastazione che mi auguro le autorità competenti vogliano sanzionare per come merita”.
Il dossier che Lombardo ha ricevuto dal commissario straordinario unico Turriciano per l’azienda regionale delle Terme e la società per azioni Terme di Sciacca è ricco di “schifezze, porcherie e latrocini incredibili“. Il governatore, infatti, ha raccontato che c’è stato un “Consiglio d’Amministrazione che non so quanto abbia percepito d’indennità; che ha affidato a soggetti vari l’incarico di promuovere il turismo (ma che non è stato promosso), a colpi di 75 – 80 mila euro a semestre; che ha affidato, forse all’interno del Cda, nonostante fossero degli incarichi di consiglieri retribuiti, il compito di redigere i bilanci delle Terme; che ha attribuito ad una cooperativa la gestione dell’albergo, che non è cominciata perché mancava il collegamento delle Terme con la fognatura“. E ancora: “questa cooperativa ha fatto causa per il mancato guadagno ed il debito delle Terme è passato da 200 mila a 1 milione di euro. Nel frattempo, la cooperativa è stata sciolta per infiltrazioni mafiose“. Di conseguenza, “la Regione ha nominato un commissario liquidatore che, senza l’autorizzazione della stessa Regione, ha fatto causa, chiedendo il fallimento delle Terme, indotto ad agire dai soci della cooperativa perché devono restituire una fideiussione all’Ircac”. Per Lombardo tutto ciò è “vergognoso“, ma oggi c’è un commissario che sta facendo il suo dovere, con cui si è interrotto un gioco al massacro che “ci avrebbe portato a spogliare il patrimonio delle Terme, a ridurlo a niente, a svenderlo possibilmente al peggiore offerente, perché il valore della società si sarebbe ridotto all’osso”. Attacco senza mezzi termini al vecchio Cda.
L’affaire Terme sicuramente è ancora ben lungi dall’aver trasmesso la sua ultima puntata.
In tutto questo quadro si inserisce la singolare protesta del sindaco di Campobello di Licata Michele Termini (Pdl) che ha deciso di prendersi una pausa di riflessione dal partito e soprattutto di chiudere il comune come segno di protesta per i continui tagli decisi dal governo centrale nazionale. “Vengano loro a parlare con i precari” ha avuto modo di dire.
A Sciacca, in attesa di avere novità sulle paventate trivellazioni petrolifere, invece il dibattito che tiene acceso lo spirito dei saccensi, soprattutto dei commercianti è il seguente: “la domenica i negozi devono rimanere aperti o chiusi?” Questioni di priorità.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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