Mario Monicelli è un barricadero di 95 anni che non accetta i tagli alla cultura decisi dal governo. Così ieri ha arringato gli studenti dell’Istituto di Stato per la cinematografia e la televisione «Rossellini» di Roma, invitandoli a ribellarsi. «Spingere con la forza e non tacere. Dovete usare la vostra forza per sovvertire, protestare. Fatelo voi che siete giovani. Io non ho più l’età», ha detto, suscitando l’ovatione della sala dell’Istituto dove si svolgeva la proiezione della Nuova armata Brancaleone, «film» dello stesso Monicelli, scritto insieme a Mimmo Calopresti.
In realtà, il Brancaleone-bis non è un film ma uno scherzo provocatorio composto solo di qualche sequenza con tanto di titoli di testa e coda. Un pretesto per far scorrere, durante la breve proiezione, i titoli programmatici che indicano appunto come non sarà più possibile fare cinema dopo i tagli. «Succederà che questo schermo rimarrà nero, senza immagini, senza parole. Succederà che i lavoratori di domani di cinema e televisione non avranno un futuro. Perché - recitano le didascalie - si sta tagliando il loro presente. Perché si stanno negando i loro diritti di studenti». E ancora: «Succederà che l’unica scuola di cinema e televisione pubblica in Italia perderà materie fondamentali. E succederà anche che non sarà l’unica. Ragionieri, geometri, agrari, educatori, ricercatori tutti nella stessa barca, anzi, tutti parte di una nuova armata Brancaleone».
In realtà, il Brancaleone-bis non è un film ma uno scherzo provocatorio composto solo di qualche sequenza con tanto di titoli di testa e coda. Un pretesto per far scorrere, durante la breve proiezione, i titoli programmatici che indicano appunto come non sarà più possibile fare cinema dopo i tagli. «Succederà che questo schermo rimarrà nero, senza immagini, senza parole. Succederà che i lavoratori di domani di cinema e televisione non avranno un futuro. Perché - recitano le didascalie - si sta tagliando il loro presente. Perché si stanno negando i loro diritti di studenti». E ancora: «Succederà che l’unica scuola di cinema e televisione pubblica in Italia perderà materie fondamentali. E succederà anche che non sarà l’unica. Ragionieri, geometri, agrari, educatori, ricercatori tutti nella stessa barca, anzi, tutti parte di una nuova armata Brancaleone».
Durante l’incontro, Monicelli ha poi detto che «l’Italia è conosciuta all’estero solo per la sua cultura. Non siamo un Paese che ha avuto grandi generali, grandi personaggi storici, ma solo una forte collocazione culturale. Ed è proprio questa, l’unica cosa che ci viene da tutti riconosciuta all’estero, che si vuole oggi combattere. Il cinema vuol dire tutto. Per il resto c’è la cultura dell’arraffare, di arricchirsi».
La sparata di Monicelli non è piaciuta al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. In serata è arrivata la sua replica: «Intellettuali come Monicelli non si rendono conto della gravità e delle conseguenze delle loro parole». Bondi avverte: «Non dovremmo sottovalutare il monito di Giampaolo Pansa quando avverte il montare nuovamente di un clima di odio che in Italia ha già prodotto una lunga stagione di violenza politica».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/201006articoli/55629girata.asp
La sparata di Monicelli non è piaciuta al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. In serata è arrivata la sua replica: «Intellettuali come Monicelli non si rendono conto della gravità e delle conseguenze delle loro parole». Bondi avverte: «Non dovremmo sottovalutare il monito di Giampaolo Pansa quando avverte il montare nuovamente di un clima di odio che in Italia ha già prodotto una lunga stagione di violenza politica».
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