Due dei principali argomenti di dibattito a Sciacca nelle ultime settimane, a parte l’edizione 2010 del carnevale, sono stati quelli della viabilità rurale e della vendita degli immobili comunali. I protagonisti di queste vicende sono essenzialmente gli assessori al bilancio ed all’agricoltura Montalbano e Piazza, i consiglieri comunali Mandracchia, che è anche esponente del sindacato Uci, e Caracappa (Pdl).
Gli ultimi due consigli comunali, due nel giro di pochi giorni e all’interno della stessa settimana, hanno sancito forse definitivamente il passaggio tra due modi contrapposti di vedere la politica: da una parte gli ex esponenti della giunta Turturici, dall’altro la nuova maggioranza capitanata dal neo sindaco Vito Bono.
In materia di viabilità rurale negli ultimi secoli è stato fatto davvero poco. Sintomatico di questo fatto sono le condizioni in cui versano alcune contrade periferiche di Sciacca: Raganella, Carcossea, Carbone, Nadore, Santa Maria, Pantaliano. In molti punti la strada non ha più diritto di essere chiamata tale… ma nominata per quello che è: una “trazzera”. L’asfalto spesso manca in più punti, le erbacce e gli arbusti spontanei crescono anche all’interno delle carreggiate, le buche, gli avvallamenti, i punti franosi si susseguono in un crescendo di pericoli, di illuminazione notturna… beh neanche vale prendere l’argomento. Insomma siamo in presenza delle cosiddette aree X, ossia zone periferiche terra di nessuno se non di agricoltori, pochi residenti e lavoratori in generale che sono costretti per necessità ad affrontare queste impervie situazioni.
Come si suol dire “il prete senza soldi, messa non ne canta”, ma è grave aver accettato questo stato di cose senza prendere alcun provvedimento. Il discorso è fin troppo semplice. Quelle aree, pocanzi indicate, sono lontane dal vero centro abitato, la maggioranza dei cittadini non potrebbero godere di quei possibili interventi migliorativi, quindi non sono lavori che possono portare visibilità, applausi e voti… tanto vale risparmiare le già esigue risorse economiche e lasciare nell’incuria, nell’abbandono e nel pericolo pezzi interi di Sciacca. Zone di serie B, evidentemente, abitate da cittadini di serie B, che pagano tasse di serie A. Ma tant’è.
La settimana scorsa in consiglio era stato, forse momentaneamente, rigettato un provvedimento di 30 mila euro da indirizzare alla viabilità rurale. Somma irrisoria e risibile al cospetto degli innumerevoli interventi che quelle zone richiederebbero. Forse basteranno appena per fare un po’ di scerbatura la quale sarà utile fino a quando non ricresceranno nuovamente le piante che oramai fanno parte del corredo e della flora stradale. Su tale decisione il consigliere Mandracchia si era attirato le maggiori polemiche a causa soprattutto della sua appartenenza anche al sindacato agricolo Uci e anche perché, solo pochi giorni prima, aveva sfilato per Sciacca insieme agli agricoltori in marcia con i loro trattori. Dall’altro lato il consigliere Caracappa invece è andato a richiedere alla giunta Bono che si mettesse subito in atto un corposo finanziamento per la viabilità rurale: risultato finale, tutti scontenti, polemiche a non finire, retorica e demagogia. E soldi naturalmente zero. Dai banchi della maggioranza, già impelagata nel caso dei casi: Pippo Turco, si è fatto notare come nei 5 anni precedenti di amministrazione Turturici non si sia mai fatto nulla per la viabilità rurale, né tantomento speso un euro, né tantomento avanzato richieste di così esosi finanziamenti per il settore. Il solito walzer insomma del “noi – voi”. Ci si augura che entro qualche mesi si stanchino tutti di danzare e si possono procedere celermente nell’attività consiliare senza perdere tempo alcuno con il balletto delle responsabilità. Le prossime elezioni comunali sono lontane, la campagna elettorale è finita e gli amici, da ambedue gli schieramenti, se ne vanno…
Vendita degli immobili comunali: altra bagarre.
Sono stati giorni di tensione, tra procedure ammancanti di importanti allegati, diffide ai dipendenti comunali da un lato ed applausi alla loro bravura dall’altro: nel frattempo l’intero consiglio comunale, la stragrande maggioranza dei consiglieri e buona parte della giunta si presentano proprio come quei vecchi edifici semi-abbandonati. Immobili. Insomma, a parte le chiacchiere e le polemiche si sente poco che abbia valenza positiva per la città dal punto di vista amministrativo o politico.
L’elenco degli immobili pronti alla vendita sfruttando anche le disposizioni regionali in merito è abbastanza lungo, il comune forse potrebbe avere la possibilità da un lato di incassare qualcosa e dall’altro di risparmiare in merito alla manutenzione e messa in sicurezza degli stessi. A memoria d’uomo e andando un po’ a ritroso nel tempo, non ricordiamo che la questione degli immobili comunali aveva mai preso piede al centro del dibattito politico e polemico della città.
Col tempo insomma le prospettive, come spesso accade, cambiano, mutano, si diversificano fino a scoprire che, attraverso un vecchio baglio di campagna, si possa fare gazzarra in aula, attirarsi simpatie ed antipatie dei dipendenti comunali tirati un po’ troppo per la giacchetta e ledere l’immagine di una città che non vive, di certo e da almeno un decennio, una delle sue migliori stagioni.
Le prossime settimane saranno incentrate sull’organizzazione degli spettacoli natalizi e sulla festa carnascialesca da fare o non fare a febbraio mentre la viabilità rurale e gli immobili comunali finiranno giocoforza nel dimenticatoio. Con buona pace per tutti.
Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"
martedì 8 dicembre 2009
Immobili... Comunali
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