Oltre al servizio televisivo denuncia mandato in onda dall'emittente televisivo Video Sicilia, il giornalista Salvatore Tartamella ha denunciato alla Polizia di Stato le condizioni in cui si trovano i pilastri che sostengono l'autostrada A/29 che colga Palermo Mazara del Vallo all'altezza del viadotto Calatubo. Come sintuisce dalle immagini il pericolo per gli automobilisti che transitano in quel tratto di autostrada, è molto alto.
Le immagini parlano chiaro, ed è altrettanto chiaro che i pilastri non sono stati costruiti a regola d'arte, si sfaldano con una semplice sollecitazione di un dito.
Con questa denunzia si spera che siano controllati tutti i pilastri di questa autostrada per salvaguardare l' incolumità di chi la percorre.
"Se escono fuori registrazioni lascio questo Paese". Lo disse Berlusconi l'anno scorso, ad Ancona, e così annunciò la sua offensiva contro le intercettazioni. Più che un'offensiva, la distruzione risolutiva di uno strumento d'indagine essenziale per la sicurezza del Paese e del cittadino. "Permetteremo le intercettazioni - disse nelle Marche quel giorno, era aprile - soltanto per reati di terrorismo e criminalità organizzata e ci saranno cinque anni di carcere per chi le ordina, per chi le fa, per chi le diffonde, oltre a multe salatissime per gli editori che le pubblicano".
Come d'abitudine, il Cavaliere la spara grossa, grossissima, consapevole che quel che ha in mente è un obiettivo più ridotto, ma tuttavia adeguato alla volontà di togliere dalla cassetta degli attrezzi della magistratura e delle polizie un arnese essenziale al lavoro. E, dagli strumenti dell'informazione, un utensile che, maneggiato con cura (e non sempre lo è stato), si è dimostrato molto efficace per raccontare le ombre del potere. La possibilità di essere ascoltato nelle sue conversazioni - magari perché il suo interlocutore era sott'inchiesta, come gli è accaduto nei colloqui con Agostino Saccà o, in passato, con Marcello Dell'Utri - è per il Cavaliere un'ossessione, un'ansia, una fobia. Ci è incappato più d'una volta.
Nel Capodanno 1987, alle ore 20,52 dalla villa di Arcore (Berlusconi festeggia con Fedele Confalonieri e Bettino Craxi).
Berlusconi. Iniziamo male l'anno!
Dell'Utri. Perché male?
Berlusconi. Perché dovevano venire due [ragazze] di Drive In che ci hanno fatto il bidone! E anche Craxi è fuori dalla grazia di Dio!
Dell'Utri. Ah! Ma che te ne frega di Drive In?
Berlusconi. Che me ne frega? Poi finisce che non scopiamo più! Se non comincia così l'anno, non si scopa più!
Dell'Utri. Va bene, insomma, che vada a scopare in un altro posto!
La conversazione racconta la familiarità tra il tycoon e un presidente del consiglio allora in carica che gli confeziona, per i suoi network televisivi, un decreto legge su misura, poi bocciato dalla Corte Costituzionale.
Già l'anno prima, il giorno di Natale del 1986, il nome di Berlusconi era saltato fuori in un'intercettazione tra un mafioso, Gaetano Cinà, e il fratello di Marcello Dell'Utri, Alberto.
Cinà. Lo sai quanto pesava la cassata del Cavaliere?
Dell'Utri. No, quanto pesava, quattro chili?
Cinà. Sì, va be'! Undici chili e ottocento!
Dell'Utri. Minchione! E che gli arrivò, un camion gli arrivò?
Cinà. Certo, ho dovuto far fare una cassa dal falegname, altrimenti si rompeva!
Perché un mafioso di primo piano come Cinà si prendesse il disturbo di regalare un monumento di glassa al Cavaliere rimane ancora un enigma, ma documenta quanto meno il tentativo di Cosa Nostra di ingraziarselo.
Al contrario, è Berlusconi che sembra promettere un beneficio ad Agostino Saccà, direttore di RaiFiction quando, il 6 luglio 2007, gli dice: "Io sai che poi ti ricambierò dall'altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore, mi impegno a ... eh! A darti un grande sostegno". Che cosa chiedeva il premier? Il favore di un ingaggio per una soubrette utile a conquistare un senatore e mettere sotto il governo Prodi. O magari...
Ancora uno stralcio:
Saccà. Lei è l'unica persona che non mi ha mai chiesto niente, voglio dire...
Berlusconi. Io qualche volta di donne... e ti chiedo... per sollevare il morale del Capo (ridendo).
E in effetti, con molto tatto, Berlusconi chiede di sistemare o per lo meno di prendere in considerazione questa o quella attrice. Qualcuna "perché sta diventando pericolosa".
È l'ascolto di queste conversazioni, disvelatrici dei rapporti con una politica corrotta, con il servizio pubblico televisivo in teoria concorrente, addirittura con poteri criminali, che il premier vuole rendere da oggi irrealizzabile per la magistratura e vietato alla pubblicazione, anche la più rispettosa della privacy.
Per scardinare, nell'opinione pubblica, la convinzione che gli ascolti telefonici, ambientali, telematici servano e non siano soltanto una capricciosa bizzarria di toghe intriganti e sollazzo indecente per cronisti ficcanaso, Berlusconi ha costruito nel tempo una narrazione dove si sprecano numeri iperbolici ed elaborate leggende. Dice: "Si parla di 350 mila intercettazioni, è un fatto allucinante, inaccettabile in una democrazia". Fa dire al suo ministro di Giustizia che gli italiani intercettati sono addirittura "30 milioni" mentre sono 125 mila le utenze sotto ascolto (le utenze telefoniche, non gli italiani intercettati). Alla procura di Milano, per fare un esempio, su 200 mila fascicoli penali all'anno, le indagini con intercettazioni restano sotto il 3 per cento (6136).
Altra bubbola del ministro è che gli ascolti si "mangiano" il 33 per cento del bilancio della giustizia mentre invece sfiorano soltanto il 3 per cento di quel bilancio (per la precisione il 2,9 per cento, 225 milioni di costo contro i 7 miliardi e mezzo del bilancio annuale della giustizia). Senza dire che, per inerzia del governo, lo Stato paga al gestore telefonico 26 euro per ogni tabulato, 1,6 euro al giorno per intercettare un telefono fisso, 2 euro al giorno per in cellulare e 12 per un satellitare e l'esecutivo non ha tentato nemmeno di ottenere dalle compagnie telefoniche un pagamento a forfait o tariffe agevolate in cambio della concessione pubblica (accade all'estero).
Nonostante questa inerzia, le intercettazioni si pagano da sole, anche con una sola indagine. Il caso di scuola è l'inchiesta Antonveneta. Costo dell'indagine, 8 milioni di euro. Denaro incassato dallo Stato con il patteggiamento dei 64 indagati, 340 milioni. Il costo di un anno di intercettazioni e avanza qualche decina di milioni da collocare a bilancio, come è avvenuto, per la costruzione di nuovi asili.
Comunque la si giri e la si volti, questa legge serve soltanto a contenere le angosce del premier e dei suoi amici, a proteggere le loro relazioni e i loro passi, a salvaguardare il malaffare dovunque sia diffuso e radicato. Per il cittadino che chiede sicurezza e vuole essere informato di quel accade nel Paese è soltanto una sconfitta che lo rende più debole, più indifeso, più smarrito.
Se la legge dovesse essere confermata così com'è al Senato, i pubblici ministeri potranno chiedere di intercettare un indagato soltanto quando hanno già ottenuto quei "gravi indizi di colpevolezza" che giustificherebbero il suo arresto. E allora che bisogno c'è delle intercettazioni? Forse è davvero la morte della giustizia penale, come scrive l'associazione magistrati. Certo, è l'eclissi di un segmento rilevante dell'informazione. Da oggi si potranno soltanto proporre dei "riassuntini" dell'inchiesta e delle prove raccolte. Non si potrà pubblicare più alcun documento, nessun testo di intercettazione.
La cronaca, queste cronache del potere, però, non sono soltanto il racconto di imprese delittuose. Non deve esserci necessariamente un delitto, una responsabilità penale in questi affreschi. Spesso al contrario possono rendere manifesto e pubblico soltanto un disordine sociale, un dispositivo storto che merita di essere raccontato quanto e più di un delitto perché, più di un delitto, attossica l'ordinato vivere civile.
Immaginate che ci sia un dirigente della Rai che, in una sera elettorale, chiama al telefono un famoso conduttore e gli chiede di lasciar perdere con gli exit poll che danno un risultato molesto per "il Capo". Immaginate che il dirigente Rai per essere più convincente con il conduttore spiega che quello è "un ordine del Capo". Non c'è nulla di penale, è vero, ma davvero è inutile, irrilevante raccontare ai telespettatori che la scena somministrata loro, quella sera, era truccata?
Bene, ammesso che questa sia stata una conversazione intercettata recentemente in un'inchiesta giudiziaria, non la leggerete più perché l'ossessione del premier, diventata oggi legge dello Stato, la vieta. Chi ci guadagna è soltanto chi ha il potere. Chi deve giudicarlo non ne avrà più né gli strumenti né l'occasione. (da Repubblica)
Giustizia e Libertà d'espressione! Pensavo fossero garantite dalla Costituzione e invece...Non si arrenderanno mai... Noi neppure...
martedì 16 giugno 2009
Sicurezza stradale in Sicilia & "Quello che sui giornali non leggerete più"
lunedì 15 giugno 2009
Intervento dell'On.Vincenzo Marinello in merito ai disservizi della "Ditta Gallo"
Ricevo e pubblico il seguente comunicato stampa redatto dall’Onorevole all’Assemblea Regionale Siciliana Vincenzo Marinello, esponente del PD saccense, in merito ai problemi riguardanti i disservizi perpetrati dalla “Ditta Gallo” che collega Palermo con numerose cittadine tra cui Sciacca.
Nel comunicato si legge:
“Ho presentato una interrogazione in merito ai disservizi della “Ditta Gallo” la quale gestisce la tratta Sciacca – Palermo - Sciacca.
L’interrogazione, posta all’attenzione del Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, dell’Assessorato del Turismo, delle Comunicazioni e dei Trasporti e dell’Assemblea Regionale tutta, mira a fare luce su una questione spinosa che spesso affligge numerosi saccensi, tanto i lavoratori pendolari quanto gli studenti soprattutto universitari ma anche i tanti turisti i quali cercano di raggiungere la nostra città di
Sciacca.
A fronte dei numerosi disservizi della “Ditta Gallo”, sottolineati dalla frequenza delle lamentele da parte degli utenti, come l’improvvisa soppressione di una o più corse durante la giornata, l’utilizzo di autobus non sempre nuovi, sporchi, con l’aria condi-zionata spesso non perfettamente funzionante e il mancato potenziamento del servizio specie durante l’inizio e il fine settimana nonostante il costo del biglietto o dell’abbonamento sia a dir poco esoso, ho chiesto che vengano potenziati i collega-menti da e per l’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo, l’estensione della vali-dità del biglietto di A/R da 1 a 7 giorni dalla data di emissione, l’istituzione immedia-ta di un numero verde a disposizione degli utenti per eventuali informazioni e/o re-clami, la celere introduzione di un sistema di prenotazione dei biglietti più efficiente ed espletato a regola d’arte, così come viene svolto da altre aziende di trasporti in Si-cilia, con posti numerati e la riduzione del già esoso costo del biglietto che nell’ultimo anno ha subito un incremento spropositato.”
"Il Ddl Intercettazioni?: Garantisce l'impunità per fior di delinquenti" Giancarlo Caselli dixit
"Un siluro alla sicurezza di tutti i cittadini e l'impunità per fior di delinquenti". Non ha dubbi il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli: il ddl Alfano sulle intercettazioni varato ieri alla Camera, produrrà effetti "devastanti", dice a micromega.net. Caselli non esita a puntare il dito contro un governo che "strilla sicurezza! sicurezza! sicurezza! ma che così produce insicurezza".
"Nominiamo ministro degli Interni o della Giustizia Penelope, quella che di giorno tesseva e la notte disfaceva - aggiunge il magistrato - perché in tema di sicurezza la maggioranza si sta comportando proprio così. Da un lato tolleranza zero, esercito, flotta, ronde e dall'altra il vero baluardo protettivo della sicurezza dei cittadini, le intercettazioni, picconate e ridotte in macerie, con conseguenze che saranno devastanti per quanto riguarda la tutela della sicurezza di tutti".
La protesta al Csm. Si allarga intanto la protesta al Csm contro le accuse del ministro della Giustizia che due giorni fa in un'intervista al Tg2 ha parlato di una 'lottizzazione sistematica' nella scelta dei capi degli uffici giudiziari. Dopo le dimissioni dei tre consiglieri dalla commissione che si occupa degli incarichi direttivi, arriva oggi una nuova dimissione per protesta, sempre nella stessa commissione. Il consigliere Ciro Riviezzo (togato del Movimento per la giustizia), ha fatto sapere che non parteciperà ai lavori della commissione finché "non sarà ricostituita nella sua attuale composizione" e "non sarà ripristinato il necessario clima di fiducia e credibilità nel suo operato, senza il quale non è possibile attendere ai delicati compiti che le sono attribuiti".
Quelle di Alfano, insiste Riviezzo, "sono dichiarazioni inaccettabili, per il contenuto, per il tono, per la carica istituzionale di colui che le ha pronunciate. Sono false, perché tali accordi programmatici non sono mai stati presi né praticati. Sono ingenerose nei confronti dello sforzo che sta compiendo il consiglio, soprattutto negli ultimi due anni, di attuare lealmente la riforma dell'ordinamento giudiziario".
La protesta di Google. Intanto la questione approda anche sul blog ufficiale di Google. "Un blogger amatoriale viene equiparato come responsabilità al direttore responsabile di un qualsiasi quotidiano nazionale", avverte Marco Pancini, responsabile per le relazioni istituzionali di Google in Italia. Pancini sottolinea con preoccupazione che dietro all'espressione "siti informatici", usato nel provvedimento, sembra profilarsi un vero e proprio giro di vite per "tutti coloro che producono contenuti". Dunque nessuna distinzione tra la testate giornalistiche online, i blogger amatoriali, i motori di ricerca e le piattaforme di contenuti creati dagli utenti come YouTube ed i social network come Facebook.
"Ai gestori di siti, pagine web e blog amatoriali non dovrebbero essere richiesti adempimenti propri dei mezzi di informazione professionali e quindi sproporzionati rispetto ad attività di tipo amatoriale o comunque non lucrative", afferma il portavoce di Google Italia.
Pancini ricorda inoltre che "qualche settimana fa la commissione Trasporti e Comunicazioni della Camera aveva approvato un ordine del giorno sul disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche e telematiche in cui si sottolineavano chiaramente le criticità legate al riferimento generico ai "siti informatici" e si suggeriva che l'obbligo di rettifica riguardasse solamente i giornali e periodici diffusi per via telematica e soggetti all'obbligo di registrazione, escludendone quindi i gestori di siti amatoriali (lo stesso Sottosegretario Romani ha data il proprio consenso a questo approccio). Purtroppo nel testo presentato ieri alla Camera e su cui è stata posta la fiducia non stati integrati questi suggerimenti".
Insomma, conclude Pancini, "la strada che porta all'affermazione della specificità della Rete e dei diritti dei navigatori è ancora molto lunga".
Mavalà Ghedini furioso con Santoro perchè ha mandato in onda il filmato dove Grillo chiama Berlusconi "psiconano".
Ghedini e Castelli vs Padellaro su intercettazioni.
domenica 14 giugno 2009
Il Piano "Passera" e il Parlamento Pulito
In una simpatica trasmissione, del tipo visto l'orario non ci teniamo a fare delle cose serie, si fa della satira politica, ma i momenti migliori sono i contributi video, oltre ovviamente la Canalis che lo è in ogni momento.
Si tratta di ARTU' condotta da Gene Gnocchi ed Elisabetta Canalis, interrogano gli ospiti sul sesso in volo, siamo in Italia e il discorso cade sull'Alitalia un pò in tutti i sensi, pur viaggiando molto nessuno lo ha mai fatto, Lory del Santo afferma che molti ci hanno provato con lei.
Tutto sembra nascere per introdurre un video che illustra il piano sicurezza di Passera per Alitalia, sarà un modo per dire che i piani di salvezza non valgono un ficus, ma se attuassero questo, la compagnia di bandiera italiana risorgerebbe in breve tempo.
Beppe Grillo è ascoltato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla proposta di legge popolare Parlamento Pulito
Ascoltate tutto con attenzione... tra serio e faceto...
sabato 13 giugno 2009
10 Cose da ricordare a Obama (che incontrerà Berlusconi il prossimo 15 giugno)
Il prossimo 15 giugno Barack Obama incontrerà alla Casa Bianca il premier italiano Silvio Berlusconi. Ci permettiamo di ricordare al Presidente Usa alcune cose che riguardano il nostro Presidente del Consiglio.
In 10 punti (che trovate in inglese e in coda in italiano) ripercorriamo un pò della sua storia attuale e meno recente, alcune sue memorabili dichiarazioni e scelte politiche diametralmente distanti dallo spirito e dai valori del presidente americano.
Vi invitiamo pertanto a copiare il testo (la parte in inglese) della lettera e incollarlo nel form del sito della Casa Bianca all'indirizzo:
http://www.whitehouse.gov/contact/
Inserite i vostri dati e inviate la lettera. Facciamo in modo che Obama e il suo staff conoscano il parere di molti italiani su Berlusconi, come persona non gradita per le sottoindicate ragioni (tante altre ce ne sarebbero ma le abbiamo condensate per maggiore funzionalità)
To the President Usa Barack Obama
The White House
1600 Pennsylvania Avenue NW
Washington, DC 20500
FAX: 202-456-2461
Next 15th june Barack Obama will meet italian president Silvio Berlusconi. For this occasion we want to remember to the President Usa the following 10 things about Berlusconi
1) Mr. Berlusconi was a P2 member, a secret society aiming at getting to the power by controlling justice and medias
2) Mr. B. owns the 3 main italian private TV broadcasting companies as well as a commercial empire that configures him as the world-champion of interests conflict
3) Judge Paolo Borsellino, killed by the mafia, 2 months before dying released an interview at some french journals and hinted more than once at the supposed relationships of Mr. Berlusconi and his right arm Marcello Dell'Utri with Mafia
4) Under the various B. governments, many ad-hoc ("ad personam") laws have been approved, some also in order to lighten his own eventual trial and prosecution. The last one, called "Lodo Alfano", suspends all prosecutions in charge to the Ministries' Council President all through his mandate, thus constituting a unique situation in the whole European Community
5) Foreign Newspapers (not certainly all left-winged) get constantly disgusted by Mr. B.'s offensive sentences and behaviour. Sadly famous are his mockings about Mr. Obama's tan or about the "superior western culture"
6) Mr. B. has been a great fan of Mr. Obama's predecessor. He said: "history will tell how a great president, the greatest of all, George W. Bush has been". Mr. B. has also defined Bush as a "man with great principles, ideals and vision, but most of all, a mano who has been able to pursue such a vision"
7) Rather than promoting alternative energy sources use, Mr B.'s government reintroduced Nuclear Power by neglecting a popular will that by means of a referendum in 1987 had dismissed such an energy alternative
8) Mr. B. recently affirmed that "Italy is no multicultural land" , and the italian government is now proceeding to mass-evictions fron the national territory
9) While you (OBAMA) openly praised the press in public since they constitute a watch-dog against the misuse of power, there's no day passing in which Mr. B. does not openly attack the press
10) "It's over. I cannot stay anymore with a man attending minors" (girls). "I tried to help my husband as one would do with a sick person". These last sentences are but a few pronounced by the italian premier wife, Mrs. Veronica Lario, after the recent revelations with respect to her husband's meetings inside their private manor, whose scandalous pictures are now travelling all around the world
1) Berlusconi è stato membro della P2, una loggia massonica che aveva come obiettivo la conquista del potere attraverso il contro dell'informazione e della giustizia
2) Berlusconi è proprietario delle tre principali tv private e di un impero commerciale tale da configurarlo come il campione del conflitto di interessi nel mondo
3) Il giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia, due mesi prima di morire rilasciò un’intervista a dei giornalisti francesi, accennando più di una volta ai rapporti di Berlusconi e Marcello Dell’Utri (suo braccio destro) con la mafia.
4) Sotto i governi Berlusconi sono state approvate numerose leggi ad personam per alleggerire la posizione processuale di Berlusconi stesso. L'ultima il Lodo Alfano, sospende i procedimenti penali a carico del Presidente del Consiglio per tutta la durata del suo mandato, e costituisce un unicum nel panorama legislativo europeo.
5) I quotidiani stranieri (non certo di sinistra) sono costantemente indignati dal comportamento e dalle frasi di Berlusconi. Celebri le sue "battute" su Obama abbronzato e “la superiorità della civiltà occidentale”.
6) Berlusconi è stato un grande estimatore del suo predecessore: “La storia - ha affermato il premier - dirà che George W. Bush è stato un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti”. Berlusconi ha definito Bush “un uomo di grandi principi, grandi ideali, grande visione, ma soprattutto uno che ha il coraggio di perseguire questa visione”.
7) Il governo Berlusconi, piuttosto che incentivare l'uso delle energie alternative ha reintrodotto il nucleare facendo carta straccia del referendum del 1987 con cui gli italiani lo bocciarono.
8) "L'Italia non è un paese multiculturale" ha affermato recentemente il premier, ed il governo italiano sta procedendo a espulsioni di massa.
9) Mentre lei ha pubblicamente lodato i giornali perchè sono un cane da guardia del potere non c'è giorno che Berlusconi non sferri attacchi contro la stampa
10) «Basta. Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni». «Ho cercato di aiutare mio marito come si farebbe come una persona che non sta bene» Sono le affermazioni della moglie del premier Veronica Lario alla luce delle recenti rivelazioni relative agli incontri del marito nella sua villa privata (incontri che sono stati immortalati e che stanno facendo il giro del mondo).
venerdì 12 giugno 2009
Vota PAPI e ridi con Vauro...
Le vignette di Vauro chiudono l'ultima puntata di Annozero della stagione 2008/2009.
Troppo forti le ultime vignette di questa stagione... ha sparato gli ultimi botti dell'anno. GRANDE VAURO eheh
giovedì 11 giugno 2009
Che si nominino gli assessori e che si cominci a lavorare: Sciacca ne ha bisogno
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa dell’Onorevole Vincenzo Marinello, deputato all’ARS ed esponente del PD, in merito alle ultime polemiche politiche che lo hanno coinvolto a seguito dell’elezione a sindaco di Sciacca del Dott. Vito Bono. Nei prossimi giorni saranno sciolti i dubbi circa la squadra di assessori che affincherà il nuovo sindaco nel suo lavoro amministrativo.
“Ho sentito nei notiziari delle TV locali che mi vengono attribuiti comportamenti o decisioni in merito alla mia permanenza nella giunta del Dott.Bono: cinguettii di passeri solitari stimolati da influssi stagionali.
Già in passato mi è capitato di dovermi dimettere da una Giunta della quale ero stato chiamato a far parte, avendo preferito il ruolo di consigliere comunale. Altri tempi e ben altre persone in campo!
Nell’odierna situazione, non sussistendo alcuna incompatibilità nei ruoli istituzionali da me ricoperti, ho accettato di far parte della Giunta Bono non per mettere il capello sulla sedia in attesa che venga occupata da altri “disinteressati!” aspiranti, né per fare da specchietto alle allodole elettorali, ma per rendere un utile servizio alla città a costo zero.
Per tale motivo dichiaro di voler mantenere l’incarico conferitomi, salvo decisione contraria del sindaco. La composizione della Giunta, infatti, rientra nella piena autonomia del sindaco e ben ha fatto il Dott. Vito Bono a ricordarlo ai “totoassessoristi” più o meno interessati.
Quanto all’impegno elettorale del 6/7 giugno, non mancheranno le occasioni per una attenta analisi del voto in sedi politiche più appropriate.”
Sciacca, 11-06-2009
On.le Vincenzo Marinello