Lasciano un buon ricordo Don Alfonso Tortorici e Don Lillo Di Salvo, sostituiti nella classica rotazione dei prelati, dalla Curia agrigentina. Eredità difficile dunque per i nuovi arrivati: don Carmelo Lo Bue e don Pasqualino Barone
Se si parlasse di calciatori, potremmo definire l’attuale fase quella del calciomercato ma trattandosi di sacerdoti e prelati la prassi parla di “normali avvicendamenti e sostituzioni decise dalla Curia agrigentina”. Lasciano dunque la città di Sciacca l'ormai ex arciprete don Alfonso Tortorici e don Lillo Di Salvo della parrocchia di San Michele, per tutti semplicemente “Padre Lillo”. I provvedimenti sono stati disposti naturalmente dal vescovo monsignor Francesco Montenegro. Si tratta in pratica di una vera e propria rivoluzione nell'ambito della curia agrigentina.
Una serie di nuove nomine, arrivi ed addii, che sconvolgono l'assetto di numerose parrocchie, a partire da quelle saccensi. Quando un sacerdote viene sostituito muta sempre qualcosa in una città, specie quando quel prelato svolgeva la propria missione oramai da tanto tempo, 9 anni a Sciacca per don Tortorici e ben 14 anni per don Di Salvo.
L'arciprete don Alfonso Tortirici andra' ad operare alla curia di Agrigento. Alla chiesa madre arrivera' don Carmelo Lo Bue, di 57 anni, che finora ha operato a Palma di Montechiaro. Un avvicendamento, quello alla basilica Maria Santissima del Soccorso che avverra' nelle prossime settimane.
Non solo la chiesa madre, dopo 14 anni quindi lascera' la parrocchia di San Michele don Lillo Di Salvo, designato arciprete della chiesa madre di Sambuca di Sicilia. Una notizia accolta con disappunto nel quartiere sia per i tanti anni trascorsi insieme sia per le notevoli ed importanti iniziative che il giovane prelato ha saputo portare avanti nel tempo. Un quartiere, com’è noto, fatto di anziani ma che, nel corso dell’ultimo decennio, si sta andando a ripopolare con tante giovani coppie di sposini pronte a mettere su famiglia nelle case di zona San Michele. La parrocchia sara' guidata da don Pasqualino Barone, finora arciprete della citta' di Ribera. Sempre per quanto riguarda le chiese di Sciacca, padre Giuseppe Tutino e' stato designato amministratore parrocchiale della basilica di San Calogero dopo l’avvicendamento con padre Davide Mordino mentre ai cappuccini arriveranno fra Domenico Agnetta e fra Edgardo Lopez.
Don Alfonso Tortorici precisamente è stato nominato vicario episcopale per l’amministrazione, direttore dell’ufficio amministrativo della Curia e cappellano delle suore Salesiane. Padre Lillo prenderà il posto di Don Pino Maniscalco che invece passa alla chiesa Madre di Ribera al posto di Don Barone. Cambiamenti anche in alcuni centri limitrofi: alla chiesa Madre di Santa Margherita di Belice va padre Filippo Barbera mentre il saccense Salvatore Raso è stato nominato condirettore dell’ufficio comunicazioni sociali della Curia. A Montevago infine presterà la propria opera padre Antonino Catanzaro.
Dispiaciuti e commossi naturalmente i due prelati Padre Lillo e Don Alfonso Tortorici. Umanamente si tratta di una decisione che riempie di nostalgia seppur con la consapevolezza di essere soggetti ed obbedienti alle scelte della Chiesa. Anche parte dei saccensi sono rimasti sorpresi da questi avvicendamenti anche perché gli stessi sono piombati all’improvviso. I nuovi parroci saranno portati presso le loro nuove sedi entro la fine del mese.
Chi conosce don Carmelo Lo Bue lo descrive come persona saggia e disponibile, per molti e per lo stesso arciprete “la Curia non poteva fare scelta migliore”. Come detto diversi residenti a San Michele invece hanno storto un po’ il naso poiché padre Lillo era riuscito a farsi ben volere dall’intera comunità per il modo di fare energico ma al tempo stesso solerte verso il prossimo, soprattutto verso le fasce più deboli. Memorabili rimarranno le sue prese di posizione circa il decentramento della statua di Padre Pio allorché si era parlato di una nuova riqualificazione della piazza principale del quartiere San Michele.
Per Don Alfonso invece, abile comunicatore, esperienza legata alla diffusione del culto mariano, soprattutto della Madonna del Soccorso con la realizzazione di libri legati alla storia millenaria della processione saccense e della chiesa Madre, vero fiore all’occhiello del centro storico termale.
Pesanti eredità dunque per coloro che andranno a prendere il posto di questi due importanti prelati che, a loro modo, hanno scritto parte della storia recente legata a Sciacca e al culto cattolico in città.
Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"
giovedì 16 settembre 2010
Walzer di parroci a Sciacca e non solo...
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