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lunedì 6 ottobre 2008

Intervista all'On. Ignazio Messina

Iniziamo dalle dichiarazioni riportate dal nostro settimanale tanto del sindaco Mario Turturici quanto dell’Avv. Ignazio Cucchiara i quali hanno auspicato un accordo con l’Onorevole Messina per le prossime amministrative locali.
Cosa si sente di rispondere e qual è il suo progetto circa le future elezioni a Sciacca?
A breve faremo una conferenza stampa nella quale tireremo le somme della esperienza in seno all’attuale amministrazione comunale.
Sarà nostro dovere illustrare il lavoro svolto e certamente saremo disponibili a parlare del futuro, della nuova fase. Discuteremo e valuteremo se ci sono i presupposti per proseguire il lavoro in seno all’attuale coalizione cercando quindi di mantenere questo clima di concordia tra le parti. Non vogliamo aver sprecato questi cinque anni. Contestualmente, nel caso in cui questi presupposti dovessero venire meno, la Lista Messina potrebbe anche decidere di andare da sola alle urne.
La nostra è nata come una lista civica ed è andata avanti col consenso degli elettori che hanno avuto chiaro fin dal principio le nostre posizioni. Non ci siamo coalizzati in corsa all’interno dell’attuale amministrazione.
Pur avendo provato già in passato a rendere il centrosinistra locale unito e coeso, anch’io auspico che questo schieramento possa sviluppare un progetto serio ed unitario. A volte però sembra mancargli la progettualità ed è inoltre troppo legato a protagonismi di carattere personale. Non è possibile ascoltare dichiarazioni come quelle recenti nelle quali ci si pone già come i futuri candidati a sindaco senza interpellare nessuno sui progetti e sulle reali idee ed intenzioni.
Occorre fare una buona analisi e lavorare bene per risolvere i problemi della città trovando le soluzioni più adeguate, fermo restando che, per esempio, una città pulita non è né di destra né di sinistra. E’ necessaria una buona e sana amministrazione del territorio, un preciso impegno che perseguo dal ’93.
Qual è la sua posizione e quali soluzione si sente di proporre sulla questione Terme?
Le Terme di Sciacca sono di sicuro un patrimonio della città.
All’inizio erano terme comunali realizzate infatti grazie a delle sottoscrizioni stipulate dai cittadini. In seguito passarono alla Regione Sicilia che le ha gestite obiettivamente male.
La mia idea è quella che le Terme debbano essere restituite alla città, la Regione non può vendere qualcosa che in realtà non le appartiene, non possono essere svendute quasi gratis all’amico del politico di turno. Che si restituiscano quindi ai cittadini e al Comune di Sciacca il quale poi potrà decidere in seguito se, come e quando scegliere un eventuale partner privato.
Alla luce dei frequenti disservizi e dei sicuri aumenti in seno alle prossime bollette dell’acqua, si è ancora convinti della privatizzazione delle nostre risorse idriche?
Su questo argomento importante mi sto muovendo in ambito nazionale presentando un disegno di legge, che mi auguro possa essere approvato al di là dello schieramento politico, col quale si potrà evitare il fatto che i Comuni siano obbligati ad aderire agli ATO idrici o dei rifiuti. La prima cosa da fare è comunque quella di evitare i disservizi e gli aumenti.
Questo disegno di legge permetterebbe a tutti i Comuni la libertà di scelta: aderire agli ATO oppure la gestione diretta.
Nel programma della nuova amministrazione comunale di Sciacca dovrà essere inserito il fatto che il Comune deve tornare assolutamente a gestire in proprio le risorse idriche, primo perché ne ha le potenzialità, grazie ai bacini del Carboy e del Grattavoli, e secondo perché ci sono i finanziamenti per realizzare una nuova rete idrica locale.
Le entrate perciò rimarrebbero in città attraverso la gestione diretta dell’acqua, del resto affidare questa gestione a terzi è del tutto inutile, spesso produce solo disservizi, crea monopolio ed elimina la concorrenza. L’acqua è un bene prezioso di primaria importanza e non può essere né privatizzato né mercificato.
Le ultime indiscrezioni provenienti dall’ARS paventano il rischio che Sciacca perda la propria azienda ospedaliera in nome dei tagli e degli accorpamenti previsti nel settore sanità.
Sarebbe una situazione accettabile per il nostro territorio?
Ho lanciato personalmente in questi giorni un appello all’assessore Russo affinchè ciò non avvenga.
Giù le mani dall’ospedale di Sciacca.
Non si possono accettare tagli ed accorpamenti quando si è raggiunto un livello così importante nell’assistenza medica. Non si può mortificare in questa maniera il nostro territorio, non possiamo diventare la periferia di Agrigento e del suo ospedale che già di per sé va male. Tutto il mondo politico, di destra e di sinistra, si deve attivare concretamente affinchè si eviti questo rischio, del resto si devono tagliare gli sprechi come gli eccessivi stipendi dei manager o le strutture fatiscenti, non quello che funziona.
Un ospedale non è un’industria e non può essere basato sulla cosiddetta parentopoli. Insieme al nostro ospedale, sarà fondamentale salvare anche il locale reparto di oncologia, tanto importante in questa parte del territorio agrigentino.
Quali sono le mosse che potrebbero rendere Sciacca veramente uno dei poli turistici siciliani più rinomati?
La prima occasione la avremo con la prossima apertura del Golf Resort di Rocco Forte, ci renderemo conto delle potenzialità sia della città sia dello stesso Resort.
La Regione deve lavorare in questa direzione e non ostacolare lo sviluppo turistico del territorio. Sciacca deve divenire una città turistica, in questi anni si è lavorato solo in parte in tal senso. Non occorre solamente curare l’aspetto esteriore delle varie piazze ma anche crescere culturalmente, crescere con i servizi offerti, crescere anche alle volte sacrificando le esigenze del cittadino per venire incontro a quelle del turista.
Come può un turista cogliere la bellezza del nostro centro storico se lo stesso è sempre aperto al traffico veicolare? Siamo dinanzi ad un bivio e non bisogna perdere le occasioni che ci si presentano innanzi come è stato per esempio con la Sitas.
Sciacca deve assumere un aspetto accogliente, bar, ristoranti, commercianti, tutti devono lavorare affinchè ciò possa accadere. Inoltre devono essere diverse e frequenti le iniziative culturali, penso alle mostre o al teatro. Anche il Carnevale, festa straordinaria e dalla grande qualità, deve essere maggiormente sfruttata per fini turistici.
Un’altra città vivrebbe un anno grazie ad un carnevale come il nostro, noi invece ci viviamo una settimana ed anche fatta male.
Sperando in Terme attive dodici mesi all’anno, col nostro bel mare, il carnevale e le iniziative culturali potremmo garantire un turismo davvero per tutto l’anno. Anche questo deve essere un preciso impegno di programmazione politica.
Quanto le è servita la sua esperienza da sindaco di Sciacca nel proseguo della sua attività politica e qual è il momento che ricorda con più piacere di quel periodo?
Si è trattata certamente di una esperienza straordinaria, avevo solamente 28 anni quando sono stato eletto. Avere la possibilità di poter fare qualche cosa di concreto e di risolvere i problemi dà una grande soddisfazione.
Il momento più bello secondo me è stata la rielezione del ’97, neanche allora il centrosinistra locale era coeso forse perché si vuole unire solo sulla sua idea, senza tener conto di quella degli altri. Quella fu la dimostrazione che i miei sforzi erano stati capiti ed apprezzati.
E’ stato un grande onore poter essere stato sindaco di questa città tanto che spesso durante i miei interventi in Parlamento cito il fatto di essere stato sindaco di Sciacca. Un bagaglio di emozioni che porterò sempre con me.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

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