
Le cause sono parecchie e riguardano l’intero mondo della cultura. La fine dell’ideologie dopo l’89 ha portato ad un forte nomadismo intellettuale che ha prodotto solo confusione ed una mancanza di critica totale di un intero sistema di pensiero; la carenza di partiti portatori di un’ottica nuova e diversa, ma una grande classe politica senza vere distinzioni; la poca spendibilità della cultura in un mondo concorrenziale e crudele. La conseguenza diretta di tutti questi fattori è la decadenza del quotidiano italiano. Volendo inseguire il linguaggio televisivo si è persa la forza culturale della scrittura giornalistica: sempre meno battute e sempre più fotografie e grafici, un’agenda scelta guardando i telegiornali, interesse per il frivolo o per la cronaca patetico-sentimentale, ecc. In un contesto come questo la vera critica sociale non trova posto, perché troppo “intellettuale” (dandone una definizione negativa della parola) e non interessante per il lettore, e si preferisce lasciare la terza pagina al racconto della fiction andata in onda la sera prima. Un articolo come quello di Pasolini non so se sarebbe pubblicabile oggi: certamente non dai tre principali quotidiani nazionali (Corriere, Repubblica e Stampa). Se prima la funzione del giornale era quella di istruire il cittadini, di informarlo sui fatti e cercarlo di farlo crescere ideologicamente (con tutte le conseguenze che avuto negli anni del terrorismo) mettendosi al livello più alto di educatore, oggi si pone allo stesso livello del lettore per poter vendere qualche copia in più. Perciò vedo una sorta di catena che lega la crisi dell’intellettuale e quella del quotidiano; la causa dell’una è l’effetto dell’altra e viceversa. Un articolo di forte denuncia non sarebbe pubblicato, e allo stesso tempo il quotidiano non stimola il dibattito di una classe intellettuale che non esiste. Le conseguenze di questa scelta adottata negli anni ’80 sono state traumatiche per il dibattito politico contemporaneo e, cosa ancora più incredibile, anche per le vendite degli stessi quotidiani.
http://spiritiliberali.blogspot.com/2010/02/la-scomparsa-dei-quotidiani_04.html
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