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mercoledì 29 settembre 2010

Prime piogge, primi danni. Cede l'asfalto a Sciacca.

E’ bastato un violento temporale di 10 minuti per mandare in tilt e paralizzare Sciacca. Frane, smottamenti, tombini saltati, fanghiglia dovunque e disagi per la circolazione stradale. Le frane dello scorso anno sono un ricordo ancora troppo fresco per non cercare di intervenire in tempo con le dovute pulizie di tombini, torrenti e cunette stradali

Mercoledì 20 settembre. Erano passate da poco le 16 di un pomeriggio qualunque quando un breve ma violento nubifragio si è abbattuto su Sciacca.
Pedoni e automobilisti sorpresi dalla pioggia ma anche dalle evidenti conseguenze.
In via Alcide De Gasperi ma anche in zona Stazzone parecchi i tombini che sono saltati con i liquami pronti a disperdersi per strada con notevoli difficoltà per gli utenti di veicoli a motore e con disagi dal punto di vista igienico sanitario.
Non è un bello spettacolo osservare un fiume di liquami correre senza ostacoli. Ma andiamo oltre.
È mancata la corrente elettrica in diversi punti della città anche a causa dei tantissimi fulmini che si sono ripetuti in breve tempo. Computer, rete internet, uffici, bancomat: tutto in tilt. La situazione è tornata normale soltanto dal giorno dopo. A San Michele addirittura una cabina elettrica è andata letteralmente in fumo determinando non solo un grave pericolo ma anche l’interruzione dell’energia elettrica nel quartiere.
Allagamenti lungo le arterie stradali ma anche all’interno di alcune abitazioni di via Caricatore invase completamente dall’acqua piovana.
Tra la discesa Campidoglio e per l’appunto via Caricatore, un torrente d’acqua, detriti e fango ha travolto tutto quello che ha incontrato lungo il cammino.
Immagini come queste sono divenute tristemente note ultimamente in tutta Italia. Residenti barricati in casa durante il temporale e poi alle prese con la bonifica delle proprie case. L’acqua in alcuni punti ha sfiorato i primi piani delle abitazioni. Panico e scene allucinanti come non si credeva mai di poter vivere in città. Qualche residente denuncia anche che le mura di sostegno presenti in zona grondavano acqua, in pratica la pioggia attraversava il cemento senza problemi: come siamo messi a stabilità e sicurezza si chiedevano molti preoccupati? Cosa sarebbe successo se qualche passante si sarebbe trovato per caso a scendere da quelle parti?
Alla Perriera, in corso Miraglia, parte dell’asfalto ha ceduto e sono dovuti intervenire gli uomini della guardia di finanza per garantire la sicurezza dell’area prima che si procedesse a transennare l’ennesimo punto franoso presente a Sciacca.
In via Fratelli Argento, nei pressi di alcune attività commerciali, del pietrisco e fango si è riversato per strada causando notevoli disagi alla circolazione.
In via Libertà altri smottamenti. In entrambi i casi rotture evidenti del sistema fognario. Ricordiamo che ha piovuto solamente per 10 minuti. Non di più. E siamo ancora a settembre. Nell’ultimo weekend c’erano ancora bagnanti in spiaggia.
In via Licata all’altezza dell’ufficio tributi pietre e fango dovunque. Anche in questo caso sono intervenuti gli uomini della polizia municipale per apportare le necessarie misure di sicurezza alla circolazione stradale e pedonale.
Insomma la tenuta geologica di Sciacca appare ancora alquanto approssimativa. E’ chiaro poi che la collocazione della città in collina determina la nascita naturale di molte discese e di conseguenza di improvvisati fiumi d’acqua piovana allor quando si formano nubifragi del genere.
Il temporale, al di là delle conseguenze occasionali, riapre nuovamente e con forza il problema dei tombini della città che per la maggior parte sono completamente otturati e non spurgati mentre in altri punti sono proprio scomparsi.
Molti residenti segnalano infatti che dopo i lavori di rifacimento delle rete idrica e fognaria, una volta che si è proceduto ad asfaltare le strade, intere zone sono rimaste sprovviste di griglie, asfaltate anch’esse. Per lunghi tratti di strada non si vede un tombino neanche a pagarlo ed anche quando se ne scova qualcuno esso è naturalmente ostruito, cosa che in inverno determina allagamenti e in estate il classico ed insopportabile fetore.
Sarebbe opportuno procedere con urgenza alla pulizia dei tombini, alla scerbatura delle cunette laterali e alla bonifica dei principali torrenti, specie il Cansalamone e la Foce di Mezzo alla Foggia, onde evitare per quanto possibile futuri e pericolosi allagamenti.
Ma non solo. Gli attuali lavori di sistematica della rete idrica e fognaria saccense vengono espletati a regola d’arte? E’ possibile che non ci sia un tombino che non sia saltato dopo 10 minuti di pioggia? Anzi, è possibile che, in molti punti e per molti metri, non ci sia un tombino?
Inutile ricordare i danni ingenti dell’anno scorso con le frane e gli smottamenti di Piazzetta Libertà, via Amendola e via Al Lido. Ancora oggi i lavori sono in corso e si è dovuto attendere il finanziamento della Protezione Civile per tappare l’emergenza. Poiché, a parte tutto, il problema rimane sempre quello: non ci sono fondi economici. Ogni intervento, anche il più minimo, diventa quasi insostenibile se non subentra l’aiuto di qualcuno: regione, stato o protezione civile.
Non siamo ancora nella vera stagione delle piogge ma già si contano i primi danni e le prime preoccupazioni. Colpa dell’uomo si dice sempre in questo caso. A forza di non tenere in considerazione il territorio, l’ambiente e la natura, questa si ribella. E’ quando lo fa, spesso sono danni seri. L’edilizia selvaggia, l’abusivismo, il disprezzo delle regole e delle leggi ha fatto nel tempo tutto il resto.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

lunedì 27 settembre 2010

"Altrimenti ci arrabbiamo". Tutti a chiedere poltrone a Sciacca. A quando il Bono Ter?

Tutte le parti politiche della maggioranza reclamano spazio in giunta “altrimenti ci arrabbiamo”.
Si rischia l’ingovernabilità anche a causa dei riflessi delle scelte compiute a Palermo e a Roma. Come andrà a finire? Ecco le nostre previsioni per il Bono Ter


E’ stata un’altra settimana di passione quella che si appresta a chiudersi per il sindaco di Sciacca Vito Bono. Continuano ad arrivare costanti i mugugni dai rappresentanti della maggioranza e, ormai, sarebbe opportuno prendere in mano la situazione, con vigore e decisionismo, e rompere gli indugi, scegliendo la nuova squadra assessoriale o comunque facendo partire in modo serrato gli incontri preliminari alle scelte.
Il quadro politico rimane in piena fibrillazione e la sensazione è che, in qualsiasi modo vada a finire, Vito Bono perderà lo stesso qualche uomo dell’attuale maggioranza, che sia un esponente del Pd, dei Leali per Sciacca o dell’Mpa.
Ma andiamo con ordine.
I Leali per Sciacca sono attualmente costituiti dai consiglieri Mimmo Sandullo e Michele Patti e da settimane chiedono un assessorato. Per dare maggior vigore alle proprie richieste auspicherebbero che anche Paolo Gulotta, dichiaratosi indipendente durante l’ultima seduta del consiglio comunale, e Gioacchino Settecasi, anche lui indipendente sin dal giorno dopo delle elezioni, o almeno uno dei due, possano avvicinarsi al gruppo che finora ha fatto parte della maggioranza pur non tralasciando continui pungoli polemici. Se chiedevano un assessorato con due esponenti, figurarsi se dovessero diventare tre o quattro: questa la rigida “matematica” politica. L’aspirante assessore del gruppo sarebbe Ignazio Perrone che pochi giorni fa è stato praticamente “licenziato” dalla Lista Autonoma Saccense del quale era stato uno dei fondatori. Allontanato subito dopo la fuoriuscita di Paolo Gulotta. Che ne sarà dunque dell’assessore Alberto Sabella che era stato nominato tale proprio grazie al contributo elettorale fornito dalla Las? E cosa deciderà di fare il consigliere, attualmente di maggioranza, Angelo Carlino rimasto l’unico eletto della Lista Autonoma Saccense?
Andiamo al Partito Democratico. Ormai è notizia vecchia il fatto che il partito voglia una terza poltrona da assessore. Facile? Non proprio. L’indiziato a lasciare il posto al politico sarebbe l’assessore tecnico Turturici, uomo di fiducia del sindaco. Alla fine, non si sa quando, il rimpasto ci sarà, ma forse si procede con questa lentezza proprio per la stima che l’attuale assessore gode all’interno della giunta. Ma non solo. Probabilmente lo stesso Pd non ha ben chiaro quale nome potrebbe proporre al sindaco anche se tutti gli indizi portano a Fabio Leonte, un modo per riparare al “fattaccio” della Lista Democratica esclusa, tra mille polemiche post elettorali e ricorsi vari, per due voti. All’interno dei democratici però da qualche settimana pende la spada di damocle dell’Udc. In che senso? Il leader del partito Casini ha rotto con Mannino, Cuffaro e Romano: i tre siciliani volevano appoggiare Berlusconi e non Lombardo mentre Casini ha chiesto le dimissioni del premiar e sostenuto Lombardo nel suo governo quater. Risultato? Frattura e dimissioni di Romano da segretario regionale del partito. Ma che centra col Pd? Tutto o niente. Niente se ognuno rimane al suo posto. Tutto se qualche pdino che non ha fatto mai mistero di essere più vicino al centro che alla sinistra e di stimare Casini, non si avvicina al partito centrista. Indiziati? L’ex senatore Nuccio Cusumano, che però nel frattempo ha smentito la possibilità, forse anche i consiglieri Ambrogio e Grisafi. Per non parlare del fatto che, se tale possibilità si concretizzasse, rimarrebbe da capire le posizioni dei “cusumaniani” Gianfranco Vecchio, attuale assessore, e Simone Di Paola, attuale capogruppo del Pd. Ricordiamo che al momento l’Udc è all’opposizione a Sciacca.
In tutto questo caso emerge anche l’altro partito di maggioranza il Movimento Per l’Autonomia che chiede o il mantenimento dell’attuale assetto amministrativo oppure l’eguale rispetto politico che si vuole attribuire al Pd.
Per tutti i protagonisti in caso il motto sembra essere “altrimenti ci arrabbiamo” prendendo in prestito il titolo di un noto film della storica coppia del cinema Bud Spencer e Terence Hill. Ai prossimi consigli comunali si rischia l’ingovernabilità sui diversi punti trattati se non si cerca di fare chiarezza tra le parti e l’opposizione, com’è noto e com’è giusto, ha già chiesto una seduta dedicata al dibattito politico.
Proviamo a giocare? Ipotizziamo la prossima squadra assessoriale facendo la prova a leggere il futuro.
Nei prossimi giorni il sindaco Vito Bono deciderà di azzerare la giunta prendendosi qualche altro giorno di tempo per decidere e per parlare con gli alleati anche se, in realtà, i colloqui sono già cominciati.
Poi annuncerà la nuova giunta che potrebbe essere la seguente: Gianfranco Vecchio, confermato, Fabio Leonte, new entry al posto di Fazio, Carmelo Brunetto, confermato, Alberto Sabella, confermato, Michele Ferrara, esponente dell’Mpa e Ignazio Perrone, garante dei Leali per Sciacca.
Naturalmente infine si procederà al rimpasto anche delle deleghe assessoriali.
Il Pd avrebbe solo due assessori, Vecchio e Leonte, ma Vito Bono potrebbe puntare sulla loro lealtà elettorale e dunque sul fatto che non avrebbe senso decidere di non governare dopo anni di opposizione in consiglio, su precisi accordi nel realizzare alcuni punti del programma elettorale e puntando su due uomini importanti e fiducia all’interno del partito.
L’Mpa avrebbe sempre Brunetto ma anche Michele Ferrara, entrambi esponenti autorevoli del partito a Sciacca. I Leali per Sciacca entrerebbero in giunta con Ignazio Perrone, a maggior ragione se il gruppo consiliare dovesse diventare di tre o quattro unità, e a patto di un “leale” appoggio al sindaco e alla maggioranza. Mentre Alberto Sabella sarebbe confermato dal sindaco perché deve portare avanti le problematiche inerenti agli Lsu, ai nuovi cantieri di lavoro bloccati attualmente alla regione e ai lavori presso il teatro Samonà. Insomma non si vorrebbe rischiare di lasciare pericolosamente in sospeso alcuni procedimenti già in itinere. Sabella potrebbe godere anche del sostegno per la propria conferma dell’Mpa oltre che dell’ex assessore regionale Luigi Gentile che in città sta per aprire una propria segreteria politica.
Non resta che attendere anche se, ripetiamo, certe scelte non solo vanno fatte ma vanno fatte in fretta per sciogliere tutti i nodi prima che si incancreniscano in modo definitivo.
Al di là delle nostre “previsioni”, scelte indubbiamente complicate.
Probabilmente più che il Terence Hill di Trinità, sarebbe utile il Terence Hill di Don Matteo: una lucida e pacata scelta abbassando i toni della polemica.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

mercoledì 22 settembre 2010

"Largo ai giovani saccensi". L'auspicio è dell'Ass. "Progetto Giovani"

Abbiamo incontrato Massimo Busonera, presidente dell’associazione “Progetto Giovani”, che ci ha spiegato gli obbiettivi del sodalizio, i primi progetti in cantiere e che dichiara: “Sciacca può ripartire solamente attraverso i giovani”

Da tanto tempo a Sciacca e non solo si parla della necessità di puntare sulle nuove generazioni, sui giovani a tutti i livelli: nel mondo del lavoro, nell’imprenditoria ma anche in politica. Si dice spesso come l’Italia non sia un paese per vecchi pur essendo costituito soprattutto da persone avanti con gli anni. Nella città termale un’associazione si è data come obbiettivo principale quello di puntare sui ragazzi cercando di prepararli al contempo all’inserimento nel mondo lavorativo e sociale.
Come nasce “Progetto Giovani” e su cosa puntate?
L’associazione “Progetto Giovani” è nata per volontà di 7 soci fondatori con un obbiettivo preciso e concreto: promuovere la cultura del sociale. Il nostro scopo è quello di cercare di contestualizzare idee e progetti che nascono all’interno del nostro direttivo. Preparare i giovani ad immettersi nella società e di conseguenza al futuro.
Niente politica dunque?
La politica è un aspetto del sociale. Al momento è prematuro parlare di questo ma non posso escluderlo a priori. Il nostro sodalizio del resto punta ad occuparsi a 360° della società e di Sciacca e la politica rientra in questo contesto, nel quotidiano. Puntiamo a stimolare l’amministrazione comunale e contestualizzare progetti e problematiche che, giornalmente, si presentano a livello politico cittadino.
Dov’è la vostra sede? Come raggiungervi?
La sede dell’associazione è sita in via Campania numero 112, invito tutti, soprattutto i giovani, ad avvicinarsi al nostro sodalizio e collaborare. Per l’iscrizione c’è una piccola quota d’iscrizione annuale di 15 euro, l’associazione, nel limite del possibile, è aperta a tutti e non ha limiti d’età.
A parte l’associazione, a breve istituiremo anche un patronato che ha lo scopo di rispondere a tutte le esigenze di coloro ne facciano richiesta.
Quali sono i progetti che intendete portare avanti?
Il primo progetto lo abbiamo chiamato “un parco giochi in ogni quartiere”, un progetto che vogliamo fortemente realizzare.
L’idea è nata dall’esigenza di rispondere a tutte le necessità delle famiglie che vogliono far giocare i loro bambini ma non sanno dove. In considerazione dei problemi economici del comune, abbiamo provveduto a tassarci volontariamente per comprare tutti i giochi. Magari ci aiuteremo anche con qualche raccolta di beneficenza. Questo è un progetto non semplice, a lungo termine ma lo scopo è nobile e sarebbe davvero bello servire ogni quartiere di un parco giochi. Una città come Sciacca che vuole essere il terzo polo turistico non può avere un solo parco robinson che tra l’altro abbisognerebbe presto di particolari e urgenti interventi di manutenzione, mi riferisco a quello sito nel quartiere Stazzone. All’interno dello spazio del Museo del Carnevale per esempio le ACLI ne avevano messo a disposizione uno ma è inutilizzabile poiché il cancello d’accesso è quasi sempre chiuso e i bambini della zona lo possono guardare beffardamente soltanto da lontano.
Un altro progetto in itinere è quello di istituire una tratta di aliscafo da Sciacca per Lampedusa e Pantelleria. Abbiamo presentato una richiesta in merito al Circomare di Sciacca e, secondo il tenente di vascello Daniele Governale, potrebbe trattarsi di una cosa fattibile.
Attendiamo questa risposta e poi contatteremo gli armatori. Sappiamo che alcuni di loro potrebbero essere interessati a realizzare questo tipo di servizio. Prima del resto questo servizio esisteva a Sciacca verso gli anni ’60, già una diecina di anni fa erano state presentate delle richieste in merito ma poi non se ne fece più nulla. A nostro parere la realizzazione del progetto aumenterebbe il flusso turistico in città e consoliderebbe un rapporto sinergico, economico e culturale, con le due note isole, meta di tantissimi turisti nei mesi caldi.
Tenteremo inoltre di promuovere tutti i prodotti tipici della città e del territorio collocandoli nelle aree di distribuzione di carburanti, soprattutto nei punti maggiormente strategici mentre per arrivare negli autogrill la procedura è molto più complessa e servirebbe più tempo.
Quali auspici per il futuro?
Come detto l’associazione vuole occuparsi del sociale tant’è vero che, a breve, ottenute tutte le dovute autorizzazioni da monopolio e prefettura, istituiremo anche una lotteria di beneficenza per sostenere le cure e la riabilitazione di Gina Cucchiara, la signora saccense disabile di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi e che adesso sembra essere stata nuovamente abbandonata.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

lunedì 20 settembre 2010

In Consiglio. I mal di pancia della maggioranza politica a Sciacca

Aspre polemiche in consiglio comunale. Clima da tutto contro tutti mentre il dibattito politico si infiamma sulle richieste di nuovi rimpasti da parte del Pd, dei Leali per Sciacca e dell'Mpa.

Serata movimentata durante l'ultima seduta del consiglio comunale di Sciacca. Tra sospensioni, cambi di rotta, commissioni d'indagine e repliche seccate se ne sono viste di tutti i colori e per tutti i gusti.
Primo punto: la crisi politica e le fibrillazioni della maggioranza. Da tempo scriviamo del possibile rimpasto della giunta Bono. Il Pd vuole il terzo assessore, la lista, nata dopo le elezioni, Leali Per Sciacca, vuole un assessorato, l'Mpa vuole il mantenimento invece dell'attuale assetto politico.
A dimostrazione di questi mal di pancia le assenze in aula Falcone – Borsellino. Mancava Brunetto, mancava Coco, segretario del Pd, mancavano Sandullo e Michele Patti.
Insomma qualcosa continua a non quadrare soprattutto alla luce del fatto che il sindaco, a quanto pare, aveva promesso una verifica della maggioranza entro il mese di settembre.
Ed intanto il capogruppo del Pdl Gianluca Guardino ha già chiesto una seduta del consiglio comunale incentrata sul dibattito politico.
Il consigliere comunale Paolo Gulotta ha annunciato di lasciare la lista autonoma saccense per dichiararsi indipendente. Si vocifera che Gulotta dovrebbe entrare a far parte della Lista Leali per Sciacca che, forte di 3 unità, chiederebbe un posto in giunta. L'identikit corrisponderebbe a Ignazio Perrone, anche lui fuoriuscito dalla lista autonoma saccense che dunque in consiglio rimarrebbe col solo Angelo Carlino come rappresentante.
Una situazione un po' in itinere. Il partito democratico propone sempre gli stessi nomi Fabio Leonte e Filippo Marciante.
Dalla politica alle interrogazioni. Diverse quelle dibattute. L'aspetto più importante è stata l'approvazione delle commissioni d'indagine, una sulla Girgenti Acque e una sulla Sogeir.
Della prima fanno parte i consiglieri Paolo Mandracchia, Paolo Gulotta, Elvira Frigerio, Giuseppe Ambrogio, David Emmi, Gaetano Cognata e Salvatore Alonge.
Della seconda invece fanno parte i consiglieri Maurizio Grisafi, Simone Di Paola, Angelo Carlino, Gioacchino Settecasi, Calogero Bono, Agostino Friscia e Pippo Turco.
Su entrambe le questioni, le polemiche non sono mancate. La gestione della società che gestisce il servizio idrico continua a non fornire particolari garanzie: molti parlano ancora di ripubblicizzazione dell'acqua e di scioglimento del contratto in essere con la Girgenti Acque. Ciò sarebbe possibile soltanto se, in tutti i comuni gestiti dalla società, ci fossero lamentele, disservizi e commissioni. Su quest'ultimo passaggio importante è stata la posizione assunta dal capogruppo del Pd Simone Di Paola che ha invitato a non fare di ogni cosa scontro tra maggioranza e opposizione.
Sulla Sogeir il dibattito è stato aspro, da una parte Calogero Bono, pdl, e dall'altro Pippo Turco e Paolo Mandracchia. Si è parlato ancora dell'aumento della Tarsu del 35% voluta dal sindaco Vito Bono mentre l'ex presidente del consiglio comunale Fabrizio Di Paola ha richiesto “migliori servizi dato che il comune versa alla società d'ambito quasi 5 milioni di euro all'anno”.
Entrambe le commissioni d'indagine rimarranno attive per 3 mesi anche se non sono esclusi allungamenti temporali.
Il consiglio comunale è stato aggiornato a data da destinarsi. Fino ad allora, ne siamo sicuri, proseguirà il dibattito politico. La situazione non è semplice e per Vito Bono si prevedono giorni febbrili di lavoro. Le problematiche in città non mancano e gli assessori ogni giorno hanno le luci dei riflettori puntanti addosso.
Sembra essere giunto già il momento della resa dei conti.
Come andrà a finire?

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 16 settembre 2010

Walzer di parroci a Sciacca e non solo...

Lasciano un buon ricordo Don Alfonso Tortorici e Don Lillo Di Salvo, sostituiti nella classica rotazione dei prelati, dalla Curia agrigentina. Eredità difficile dunque per i nuovi arrivati: don Carmelo Lo Bue e don Pasqualino Barone

Se si parlasse di calciatori, potremmo definire l’attuale fase quella del calciomercato ma trattandosi di sacerdoti e prelati la prassi parla di “normali avvicendamenti e sostituzioni decise dalla Curia agrigentina”. Lasciano dunque la città di Sciacca l'ormai ex arciprete don Alfonso Tortorici e don Lillo Di Salvo della parrocchia di San Michele, per tutti semplicemente “Padre Lillo”. I provvedimenti sono stati disposti naturalmente dal vescovo monsignor Francesco Montenegro. Si tratta in pratica di una vera e propria rivoluzione nell'ambito della curia agrigentina.
Una serie di nuove nomine, arrivi ed addii, che sconvolgono l'assetto di numerose parrocchie, a partire da quelle saccensi. Quando un sacerdote viene sostituito muta sempre qualcosa in una città, specie quando quel prelato svolgeva la propria missione oramai da tanto tempo, 9 anni a Sciacca per don Tortorici e ben 14 anni per don Di Salvo.
L'arciprete don Alfonso Tortirici andra' ad operare alla curia di Agrigento. Alla chiesa madre arrivera' don Carmelo Lo Bue, di 57 anni, che finora ha operato a Palma di Montechiaro. Un avvicendamento, quello alla basilica Maria Santissima del Soccorso che avverra' nelle prossime settimane.
Non solo la chiesa madre, dopo 14 anni quindi lascera' la parrocchia di San Michele don Lillo Di Salvo, designato arciprete della chiesa madre di Sambuca di Sicilia. Una notizia accolta con disappunto nel quartiere sia per i tanti anni trascorsi insieme sia per le notevoli ed importanti iniziative che il giovane prelato ha saputo portare avanti nel tempo. Un quartiere, com’è noto, fatto di anziani ma che, nel corso dell’ultimo decennio, si sta andando a ripopolare con tante giovani coppie di sposini pronte a mettere su famiglia nelle case di zona San Michele. La parrocchia sara' guidata da don Pasqualino Barone, finora arciprete della citta' di Ribera. Sempre per quanto riguarda le chiese di Sciacca, padre Giuseppe Tutino e' stato designato amministratore parrocchiale della basilica di San Calogero dopo l’avvicendamento con padre Davide Mordino mentre ai cappuccini arriveranno fra Domenico Agnetta e fra Edgardo Lopez.
Don Alfonso Tortorici precisamente è stato nominato vicario episcopale per l’amministrazione, direttore dell’ufficio amministrativo della Curia e cappellano delle suore Salesiane. Padre Lillo prenderà il posto di Don Pino Maniscalco che invece passa alla chiesa Madre di Ribera al posto di Don Barone. Cambiamenti anche in alcuni centri limitrofi: alla chiesa Madre di Santa Margherita di Belice va padre Filippo Barbera mentre il saccense Salvatore Raso è stato nominato condirettore dell’ufficio comunicazioni sociali della Curia. A Montevago infine presterà la propria opera padre Antonino Catanzaro.
Dispiaciuti e commossi naturalmente i due prelati Padre Lillo e Don Alfonso Tortorici. Umanamente si tratta di una decisione che riempie di nostalgia seppur con la consapevolezza di essere soggetti ed obbedienti alle scelte della Chiesa. Anche parte dei saccensi sono rimasti sorpresi da questi avvicendamenti anche perché gli stessi sono piombati all’improvviso. I nuovi parroci saranno portati presso le loro nuove sedi entro la fine del mese.
Chi conosce don Carmelo Lo Bue lo descrive come persona saggia e disponibile, per molti e per lo stesso arciprete “la Curia non poteva fare scelta migliore”. Come detto diversi residenti a San Michele invece hanno storto un po’ il naso poiché padre Lillo era riuscito a farsi ben volere dall’intera comunità per il modo di fare energico ma al tempo stesso solerte verso il prossimo, soprattutto verso le fasce più deboli. Memorabili rimarranno le sue prese di posizione circa il decentramento della statua di Padre Pio allorché si era parlato di una nuova riqualificazione della piazza principale del quartiere San Michele.
Per Don Alfonso invece, abile comunicatore, esperienza legata alla diffusione del culto mariano, soprattutto della Madonna del Soccorso con la realizzazione di libri legati alla storia millenaria della processione saccense e della chiesa Madre, vero fiore all’occhiello del centro storico termale.
Pesanti eredità dunque per coloro che andranno a prendere il posto di questi due importanti prelati che, a loro modo, hanno scritto parte della storia recente legata a Sciacca e al culto cattolico in città.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

lunedì 13 settembre 2010

Il coraggio delle idee. A Sciacca niente sagre... e anche i nostri prodotti "emigrano"

Tantissime le sagre sparse in tutta la Sicilia. A Cattolica Eraclea addirittura quella sul pesce azzurro. Peccato il pesce fosse di Sciacca. Dopo i giovani dunque emigrano anche i nostri prodotti ai quali nella città ex termale non viene destinata alcuna sagra

A Cattolica Eraclea il 13, 16 e 17 agosto si è tenuta una tre giorni dedicata al pesce azzurro denominata La “Sagra del pescato della Provincia di Agrigento”. La manifestazione è stata uno dei fiori all'occhiello degli eventi inerenti al quadricentenario della cittadina. Cattolica Eraclea è diventato così il centro dell’agrigentino per la promozione del pescato azzurro. Appare abbastanza discutibile a dire il vero la scelta della Regione Sicilia di portare la promozione del pesce azzurro in una cittadina a profonda tradizione agricola, dove bisognerebbe, forse, pensare a idee nuove per risollevare un’agricoltura in profonda crisi. Ma da dove proveniva tutto quel pesce fresco? Da Sciacca naturalmente che ha provveduto ad inviare anche alcuni chef locali che si sono adoperati nella realizzazione dell’evento, pulendo il pesce e preparando alcune leccornie molto apprezzate dai cattolicesi. Precisamente a fornire il pesce è stata la cooperativa fra i pescatori che è stata coinvolta nell'organizzazione dall'amministrazione comunale cattolicese.
1200 kg di pesce in totale tra i quali 500 kg di sarde, 500 kg di acciughe, 300 kg di sgombri, 120 kg di spatola, 120 kg di pesce spada, 100 kg di acciughe marinate e altri 150 kg di pesce di vario genere. Insomma non c’è che dire: proprio una bella grigliata di pesce fresco e saccense. Era proprio impossibile organizzare un evento del genere a Sciacca per l'estate saccense 2010 invece che spedire il pesce a cattolica? Non solo Cattolica Eraclea comunque. A Ribera il prossimo 10, 11 e 12 settembre si terrà il pizzafest con ospiti d'onore come Arisa, rivelazione sanremese , Cristian Imparato, baby fenomeno di “Io Canto”, il programma condotto sulle reti mediaste da Gerry Scotti e diverse cabarettisti siciliani. Alle volte basterebbe avere un po' di idee, coraggio e fantasia nell'organizzare qualcosa di nuovo: perchè non tenere anche a Sciacca la sagra della pizza (che nulla ha da invidiare a quella di Ribera), la sagra delle acciughe, della nutella, dell'olio, del vino. Con tutti i prodotti tipici, caratteristici e di qualità che possiede il nostro territorio si potrebbe tenere in piazza Angelo Scandaliato una festa, una sagra, una degustazione a sera. Si, è vero, a proposito di promozione del pesce azzurro a Sciacca abbiamo avuto l'Azzurro Fest ma, forse, sarà stato il periodo in cui si è tenuta la sagra oppure lo scarso coinvolgimento della gente, la festa non ha avuto il successo sperato.
Tutto il contrario rispetto a Cattolica Eraclea. Per 3 giorni non c'è stato un cattolicese che sia rimasto a casa mentre la piazza della cittadina è stata presa d'assalto anche da alcuni turisti provenienti dalle vicine strutture alberghiere e località balneari limitrofe. Tutti a gustare, decantare e assaporare la bontà del pesce azzurro e non. “Buonissimo questo pesce di Cattolica” qualcuno esclamava. Qualche altro più scaltro affermava: “pesce straordinario, chissà da dove arriva”. Risposta: da Sciacca, città marinara che non sa o non vuole o non può promuovere i frutti del proprio pescato, che non ha un assessorato alla pesca, che ha chiuso definitivamente il proprio mercato ittico, che da un ventennio non procede alla pulizia dei fondali portuali, che ancora attende una degna riqualificazione di tutto il quartiere marina, attenzionato, cercato e visitato soltanto durante i periodi pre-elettorali.
Abbiamo scoperto dunque che per trovare il buon pesce azzurro ci dobbiamo recare fino a Cattolica Eraclea, che per gustare “la migliore pizza dell’agrigentino” dobbiamo andare a Ribera, che per assaporare la bontà del cous cous ci conviene proseguire fino a San Vito lo Capo (che da anni promuove con successo questa sagra fatta di degustazioni e concerti di cantanti famosi e di richiamo), che per la carne e la pecora meglio andare a Santa Margherita di Belice, che per i dolci, soprattutto i cannoli un piccolo viaggio fino a Piana degli Albanesi non guasta, che per il castrato occorre arrampicarsi fino a Caltabellotta, che per il vino si deve procedere per Menfi con “Inycon” e chissà quanti esempi ancora sarebbe possibile fare. A Sciacca a quanto pare invece non esiste nulla degno di essere istituzionalizzato, non c’è alcun prodotto di richiamo, niente col quale creare dal nulla una sagra e farla divenire di anno in anno fiore all’occhiello della promozione della città. Naturalmente la situazione odierna è il frutto di manchevolezze almeno decennali: nessuno che ci abbia pensato? Niente fantasia? Niente soldi?
Di tutto un po’ ma, la questione è sempre quella, se si vuole diventare terzo polo turistico si deve investire, creare, credere, sperimentare in idee e progetti nuovi. Si rischia è chiaro ma meglio il rischio che l’inerzia per la quale tutto scorre senza che nulla cambia.
Sentirci ripetere che siamo una città turistica è una barzelletta. Peccato che non faccia ridere più nessuno.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 9 settembre 2010

Niente di personale. Tra rimpasti (non solo a Sciacca) e la "nuova" politica del Pallottoliere

Si continua a parlare della possibilità di un nuovo rimpasto per la giunta Bono. IL quadro politico del resto è pieno di rimpasti, dalla provincia di Agrigento fino ad arrivare a Roma. Alta politica? No, la conta. Il vecchio caro pallottoliere insomma.


Niente di personale. Sembra essere questo il messaggio lanciato dalla sezione locale del Partito Democratico all’ultimo assessore tecnico rimasto all’interno della giunta Bono Antonino Turturici.
Più che altro lo stesso messaggio è stato fatto recapitare forte e chiaro anche al sindaco Vito Bono. Niente di personale, l’assessore ha ben lavorato, ha svolto egregiamente le istanze di sua competenza ma ha terminato il proprio lavoro, è arrivato il momento di chiudere la fase tecnica e ricominciare con la fase prettamente politica. Questo il succo del discorso.
Un po’ quello che era successo col già defenestrato Ignazio Piazza: niente di personale, ha fatto bene però tocca a Fazio. Da allora, per inciso, non è stata più assegnata la delega alla pesca trattenuta dal sindaco. Evidentemente a Sciacca, città marinara e che dovrebbe vivere soprattutto di prodotti ittici, non serve uno specialista del settore. E’ un po’ come se a Venezia, Roma o Firenze non ci fosse bisogno dell’assessore ai beni culturali. Ma tant’è. Oppure probabilmente il settore pesca a Sciacca va così bene che non serve niente e nessuno: probabilmente i pescatori hanno superato la crisi innescata dall’entrata in vigore del Regolamento Mediterraneo e il mercato ittico funziona a pieno regime.
La fase tecnica dicevamo. I commenti sulla stessa si sono sprecati nell’ultimo periodo. Buon punto di partenza per alcuni, esperienza da non ripetere per altri. La vecchia storia dei Luna e dei Perollo.
Tutti ripetono che le alleanze si fanno sui programmi e sul rispetto degli stessi, poi, alla fine, subentra quasi sempre il caro vecchio pallottoliere. L’Mpa ha Brunetto, Sabella e Montalbano (anche se gli ultimi due non ufficialmente, non si è capito mai poi perché) mentre il Pd ha Fazio e Vecchio. 3 a 2. Perché? Di conseguenza è stata chiesta la testa dell’uomo di fiducia del sindaco, l’assessore Turturici. E non sarà per nulla semplice convincere Vito Bono a privarsi della competenza dell’avvocato Turturici tant’è che le trattative proseguono oramai da giugno.
Naturalmente noi adesso in questa sede stiamo un po’ semplificando la questione senza tenere conto di tutti gli intrecci politici ma il nocciolo della questione sembra proprio questa.
Per quanto riguarda l’assessore Fazio poi il discorso sembra essere diverso. Qualcuno dice che anche lui potrebbe essere sostituito, qualche altro invece ipotizza soltanto un alleggerimento delle deleghe sulle spalle del giovane pdino.
I nomi? Circolano sempre gli stessi: Fabio Leonte, Paolo Mandracchia passando poi per la componente femminile di cui la giunta è sprovvista. In quel caso le opzioni si restringerebbero a Mariolina Bono o Tiziana Russo.
In ballo c’è sempre la spinosa problematica della Lista Democratica che non riuscì ad entrare in consiglio comunale per due voti.
Intanto la politica e tutti gli operatori locali sono rimasti in vacanza per un bel po’: da fine luglio a fine agosto pochissime le uscite ufficiali da parte di tutti. Le vacanze in Sicilia sono ancora bipartisan. Mare, solo, estate e famiglia per tutti. I tempi dunque si sono allungati, diciamo così, anche per esigenze balneari come del resto in qualsiasi contesto. Tornando al pallottoliere, è divenuta la moda del momento. A tutti i livelli. Alla provincia di Agrigento sono 2 mesi che stanno facendo la conta: questo si, questo no, questo si, questo no. E intanto intere problematica sono state lasciate alla deriva nonché le manifestazioni estive che hanno ricevuto ben pochi aiuti provinciali. Alla regione, Raffaele Lombardo sta per approdare alla sua versione Quater. Inaugurato dunque un nuovo tipo di assessore, quello a termine. Dopo 3-4 mesi scade ed il prodotto va sostituito. Chissà con quali risultati poi. Cosa si può produrre se ogni tot mesi si deve lasciare incompiuto un progetto. Enigmi da sottoporre a Voyager del bravo Roberto Giacobbo.
Per non parlare del governo nazionale. Lì l’estate è stata a dir poco fresca, troppe correnti… La maggioranza, pallottoliere alla mano, da tempo proceda alla conta tra berlusconiani e figiani. Poi si pensa al governo tecnico, poi si ipotizza l’approdo dell’Udc, poi Bossi vuole un governo tutto per sé. Insomma, lo stesso premier ipotizza elezioni anticipate.
Qual è il dato comune tra tutte queste esperienze politiche?
L’elezione bulgara.
Com’è possibile che governare sia diventato impossibile quando si viene eletti con una maggioranza pressocchè assoluta? E’ successo a Sciacca ma soprattutto alla provincia di Agrigento, alla Regione e al governo nazionale. Tutte vittorie schiaccianti. Senza attenuanti per gli sconfitti. Eppure l’instabilità regna sovrana. Il bipolarismo spinto non doveva servire anche, se non soprattutto, a lenire questo problema?
D’Orsi e Lombardo continuano a rimpastare mentre Berlusconi e Bono sono sulla via, in attesa di capire verso quale direzione muoversi. Certo, problematiche diverse. Ma identica instabilità. Tutti che cercano di accontentare tutti mentre alla fine si finisce con lo scontentare tutti.
E nel frattempo cosa succede in città, in provincia, in Sicilia, in Italia? Problemi su problemi. Rimpasti su rimpasti. Poltrone su poltrone. Pallottolieri su pallottolieri.
Ma tranquilli, in fondo non è niente di personale.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

sabato 4 settembre 2010

Domani sera Carmelo Sardo presenta a Sciacca il suo "Vento di tramontana"


Domani Domenica 5 settembre alle 21:00, nel quadro della rassegna “Parole sotto le stelle”, il giornalista e scrittore agrigentino Carmelo Sardo presenterà presso la cavea delle Terme di Sciacca il libro “Vento di Tramontana”, edito da Mondadori e già vincitore dell’edizione 2010 del Premio “Alabarda d’Oro” di Trieste come miglior romanzo.
Le letture saranno curate da Vincenzo Catanzaro e Liliana Abbene e sono previsti gli interventi di Nicolò e Antonello Madonia dell’associazione “Pedagogicamente”.
Modererà i lavori Calogero Parlapiano.

Danneggiata l'isola ecologica di Ribera. Pace: "Le famiglie educhino alla legalità"

Fiamme presso l’isola ecologica gestita dalla Sogeir ATO AG1 a Ribera. Si tende per l’ipotesi dolosa. Chi è stato e perché? Una bravata o l’intento di determinare disservizi anche in provincia di Agrigento?

Le fiamme dunque hanno avvolto parte dell'isola ecologia sita in una zona periferica di Ribera, precisamente in contrada Scirinda, nel quartiere di cozzo di Mastro Giovanni.
La struttura non ha subito danni ingenti e gli operatori potranno continuare a lavorare senza problemi.
Gli stessi operai della Sogeir stanno procedendo in questi giorni alla bonifica ed alla pulizia dell'area.
Oltre ai vigili del fuoco, sono intervenuti i carabinieri di Ribera che stanno effettuando tutti i rilievi e le indagini del caso al fine di poter accertare se si tratti di un incendio di natura dolosa o accidentale.
A tal riguardo utili potrebbero essere le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza site nell'isola ecologica da qualche tempo, ossia da quando alcuni furti erano stati perpetrati presso gli uffici amministrativi della Sogeir adiacenti ed interni alla struttura.
Dopo i 4 mezzi dati alle fiamme nel 2007 a Ribera, gli altri due autocompattatori bruciati nel 2009 tra Montevago e Santa Margherita di Belice e l'incendio del centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati di Sciacca dello scorso 1 agosto, per il quale le indagini sono tuttora in corsa e dove parrebbe maggiormente probabile la causa accidentale delle fiamme, un altro incendio quindi a Ribera.
Se dovesse essere accertata la natura dolosa degli ultimi due casi, non si potrebbe più non parlare di nuovi atti intimidatori ai danni della Sogeir ATO AG1.
E del resto per quanto riguarda il caso del centro crispino, sembrano non esserci pochissimi dubbi sulla dolosità dell'incendio che ha distrutto parte dell'isola ecologica gestita dalla Sogeir.
Le fiamme hanno preso il via infatti in prossimità dell'inferriata che costeggia il centro di raccolta, le serrature del cancello di ingresso del deposito invece non sono state forzate, segno che, probabilmente, qualcuno abbia approfittato della notte per avvicinarsi al perimetro del centro di raccolta, indisturbato e senza compiere effrazione. L’isola ecologica si trova in periferia, in una zona non particolarmente transitata né densamente abitata. Al cospetto l’isola ecologica di Sciacca si trova in pratica a centro città.
Le indagini sull'episodio accaduto nella notte a cavallo tra domenica e lunedì alle tre e mezzo del mattino circa sono condotte dal tenente Alessandro Vergine dei carabinieri di Ribera.
Probabilmente attraverso le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianze poste all'interno dell'isola ecologica sarà possibile risalire ai responsabili dell'accaduto.
Le fiamme hanno distrutto due scarrabili che contenevano prodotti tessile e rifiuti, danneggiato un capannone, bruciato diversi elettrodomestici, cartoni e spazzatura di vario genere. Solamente il pronto intervento dei vigili del fuoco di Sciacca, giunti sul posto un quarto d'ora dopo il fatto, ha evitato che l'isola ecologica subisse danni peggiori fino a limitarne la piena funzionalità. Non hanno preso fuoco infatti i tanti pneumatici riposti in un altro angolo dell’isola, tantissimi elettrodomestici si sono “salvati” nonché due piccoli mezzi della società d’ambito e gli uffici.
Nel caso in cui fosse accertata, oltre ogni ragionevole dubbio, la dolosità degli episodi, sarebbe chiaro l’intento: determinare disservizi, difficoltà nella quotidianità del lavoro, rischi per il personale addetto, insomma minare la credibilità della società d’ambito.
Il presidente di Sogeir Vincenzo Marinello naturalmente si è detto molto amareggiato dell'accaduto e sottolinea come proprio a Ribera, sarà soltanto un caso, la società d'ambito abbia subito nel tempo i più gravi danneggiamenti ed atti intimidatori. Di chi si tratta? E perché?
Ed è proprio il sindaco di Ribera Carmelo Pace a prendere posizione esprimendo sostegno e solidarietà alla Sogeir, parlando di episodi gravi e non di bravate ed auspicando che i responsabili vengano presto assicurati alla legge.
Sembrano inopportune al giorno d’oggi ulteriori commenti. Le indagini devono fare il proprio corso. Tuttavia appare chiaro come qualcosa non quadri, come qualcuno voglia fomentare e produrre situazioni di emergenza, disagi.
L’aumento costante in percentuale del porta a porta, la raccolta differenziata, i premi ai comuni ricicloni raccolti dall’ATO Ag1 negli anni, la continua opera di sensibilizzazione in merito al rispetto dell’ambiente e del territorio, le strade prive di spazzatura e con i cassonetti svuotati (a differenza di quanto recentemente accaduto nel napoletano e nel palermitano), l’impianto di compostaggio, una discarica, quella di Salinella, nel quale anche altri paesi non facenti parte dell’Ato AG1 vorrebbero conferire, i costi del servizio tra i più bassi rispetto agli altri Ato siciliani sono tutti obiettivi perseguiti e raggiunti. Di contro l’annosa vertenza economico-contrattuale con la Bono, SAP, SAM che da tempo rivendicano pagamenti arretrati per i lavoratori e che periodicamente torna all’altare della cronaca. Luci e ombre, pregi e difetti come in ogni cosa. Ma le intimidazioni, le minacce, gli attentati, quelli no. Le istituzioni politiche, militari e giudiziarie, ognuno per le proprie competenze, devono salvaguardare impianti e lavoratori. Poiché la Sogeir, società pubblica, gestisce la raccolta della spazzatura in ben 17 comuni della provincia di Agrigento: essa è di tutti. Di ognuno di noi.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"

giovedì 2 settembre 2010

Fumo e cenere: gli incendi estivi in provincia di Agrigento e non solo

Numerosi gli incendi divampati in provincia di Agrigento negli ultimi mesi. I vigili del fuoco sono stati parecchio sollecitati e c’è chi, purtroppo, ha perso anche la vita come Girolamo Clemente, operaio della Forestale di Menfi

Estate contrassegnata dagli incendi, a volte accidentali, a volte dolosi, quella che si sta avviando alla conclusione. In Sicilia, in provincia di Agrigento, nei dintorni di Sciacca, tantissimi sono stati gli interventi dei vigili del fuoco. Per fortuna non sempre si è trattato di incendi di grosse proporzioni, cosa che ha permesso un lavoro più agevole e semplice per coloro che salvaguardano dalle fiamme il nostro territorio e la nostra salute.
Un vasto incendio di sterpaglie si è sviluppato, per esempio, nel pomeriggio della scorsa domenica, nella zona di via Dante Alighieri, a Sciacca.
Le fiamme hanno lambito le palazzine che si trovano nella via creando panico tra i residenti, molti dei quali hanno abbandonato le abitazioni e hanno anche tentato di sgomberare gli edifici.
I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare diverse ore prima di riuscire a spegnere il rogo alimentato dal forte vento.
Le fiamme sono state spente solo in serata. Nel corso delle operazioni il fumo denso ha mandato in tilt il traffico per aver ridotto notevolmente la visibilità. Preoccupazione e tanta paura. A prendere fuoco sarebbero state delle sterpaglie, ormai secche. La miccia il grande caldo delle ultime settimane o qualche fumatore che si è liberato troppo in fretta ed in malo modo di un mozzicone di sigaretta.
Il problema delle erbacce, delle sterpaglie, è parecchio sentito in città. Nonostante i continui sforzi del settore “villa e giardini” del comune ed i tanti soldi pubblici spesi proprio per la bonifica, i risultati sembrano sempre insufficienti. Sono diverse le zone, non sempre periferiche, avvolte dall’erba secca la quale determina non solo un rischio per possibili incendi ma fa suonare anche l’allarme per le possibili condizioni igienico sanitarie poiché ricettacolo di insetti, parassiti, zanzare e ratti. Sembrerebbe insomma una questione secondaria e di poco conto ma in realtà non lo è.
Forse sarebbe opportuno dotarsi di maggiori uomini e squadre addette alla scerbatura ma è chiaro che, tante volte, appare una lotta impari poiché le sterpaglie continuano a rigenerarsi con una frequenza incredibile, anche negli stessi punti ripuliti poco tempo addietro. A tal riguardo esiste anche un’ordinanza che impone (anzi, imporrebbe…) ai privati di ripulire dalle sterpaglie le aree adiacenti alle proprie abitazioni private. Una forma di collaborazione. Ma in pratica chi la fa?
Altri e frequenti incendi sono stati segnalati in prossimità di rocca Madore, nei dintorni di Caltabellotta e Sant’Anna, in zona insomma dove la vegetazione è di certo più ricca e florida.
Non è stato raro l’utilizzo in queste circostanze di canadair o di elicotteri Sierra della forestale. Non sempre infatti, data l’altezza delle fiamme e la consistenza del vento, è possibile risolvere il problema dal basso ma occorre il supporto dei mezzi aerei che la maggior parte delle volte utilizzano l’acqua del mare.
Ai turisti che affollano, in questa estate, i comuni del centro sud della Sicilia, da Sciacca a Caltabellotta, a Sambuca, a Contessa Entellina, a Bisacquino, a Giuliana, a Chiusa Sclafani, a Campofiorito, a Palazzo Adriano, nell’area dei monti Sicani, del Sosio e del Belice non sarà risultato complicato vedere un incendio, purtroppo vera e propria piaga, spesso delinquenziale, delle estati siciliane.
Non sarebbe male, anche in questo caso, partire dalla sensibilizzazione, dallo spiegare sin da tenera età perché è importante proteggere e tutelare il nostro ambiente, puntando sul bene comune, sulle iniziative sociali, culturali ed economiche delle istituzioni locali, volte a superare i drammatici momenti che attraversa la Sicilia sul piano della mancanza di lavoro, degli incendi che devastano annualmente meravigliose aree boschive, dell’igiene ambientale, dell’acqua, del turismo e della necessaria riscoperta, a tal fine, delle aree rurali e del patrimonio naturalistico come quello, per esempio, della Riserva del Monte Genuardo o di Torre Salsa.
La tutela del territorio è argomento di attualità per la difesa e valorizzare del patrimonio boschivo, frutticolo, orticolo dell’area sicana, per favorire migliori e nuove condizioni di vita e di abitabilità offerte ad un turismo naturalistico, enogastronomico, storico, alla ricerca di nuovi e spesso sconosciuti riferimenti.
Quello che maggiormente preoccupa però è la frequenza, quasi la periodicità, di questi incendi durante la stagione estiva. Le torrette di controllo sono utili ma tante volte non bastano per prevenire i danni.
E c’è chi ha perso anche la vita per spegnere un incendio come Girolamo Clemente, 40 anni, operaio della forestale di Menfi, colpito da infarto e caduto in un burrone nei pressi del lago Arancio proprio durante le fasi di spegnimento di un grosso focolare.
L’estate degli incendi in Sicilia porta il suo nome, il nome di chi ha perso la vita e sacrificato figli e famiglia. In questa maledetta estate di fumo e fiamme.

Calogero Parlapiano - tratto da "Controvoce"